Austria: l’ennesimo muro

Lungo il confine con l’Ungheria, a Nickelsdorf, nel Burgenland, sta per essere ultimata la costruzione di una barriera. È l’ennesimo muro eretto nel cuore dell’Europa, con lo scopo di arginare un possibile, nuovo, massiccio afflusso di rifugiati in Austria. Ad opera finita, tra un paio di settimane, si ergerà per una lunghezza di 5 chilometri uno sbarramento realizzato con pannelli di rete metallica, ancorati su basi di cemento. “Questa palizzata servirà a proteggere la frontiera e a gestire in modo più sicuro le fasi di identificazione e registrazione dei migranti, nel caso di nuove ondate -spiega il Vice Direttore della Polizia Nazionale Christian Stella– Si tratta di una barriera piuttosto stabile, che però è possibile rimuovere e spostare con una certa facilità”. Ogni pezzo di cui si compone, pesa 2,5 tonnellate, e può essere spostato e rimosso, a seconda delle necessità, utilizzando un semplice carrello elevatore. Passando il confine con l’Ungheria si nota che parte della palizzata è già stata posizionata. Anche un grande capannone è già stato allestito alla frontiera, dove sono previsti a breve controlli più capillari.

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“Sono in totale 140 i container nei quali saranno effettuate le operazioni di registrazione e dove, se fosse necessario, potranno alloggiare alcune unità dell’esercito, pronte a intervenire in caso di nuove emergenze” dichiara il Vice Direttore Stella. Vi sarà anche la possibilità di far pernottare i rifugiati, se si presentasse la necessità. Anche sul confine con la Slovacchia si stanno preparando sbarramenti a presidio della frontiera. Inoltre un contingente di soldati austriaci è stato mandato in Ungheria, lungo il confine con la SerbiaContinua a leggere

Voto ungherese: un boomerang per Orbàn

Niente quorum. Il referendum ungherese sui migranti non passa. L’affluenza alle urne al di sotto del 50% (per la precisione 43,42%), gioca un brutto scherzo al leader nazionalista Viktor Orban, che tanto ha voluto e tanto si è adoperato per la vittoria del NO. Così, la contro-rivoluzione culturale, promotrice di un’identità cristiana, minacciata dal forte tasso di immigrati islamici, della quale il premier ungherese si è fatto promotore all’interno dell’Ue, subisce un colpo inatteso. E a nulla, o a poco serve la percentuale con la quale si è espresso chi è andato a votare: il 92% degli elettori si è pronunciato a favore del NO, a sostegno della linea politica del premier, ovvero contro la ripartizione in quote dei migranti imposta agli stati membri dall’Unione europea. Che la campagna referendaria non stesse prendendo la piega voluta, a dispetto degli oltre 14 milioni di euro spesi dai suoi promotori, è apparso evidente quando recatosi al seggio, Viktor Orban, ha dichiarato che al di là del raggiungimento del quorum, avrebbe contato il parere espresso dalla maggioranza dei votanti. Di fatto un tentativo, fin troppo scoperto, di mettere le mani avanti, prima di un risultato negativo.

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La vera incognita era, infatti, l’affluenza alle urne. La disaffezione verso la politica da parte dell’elettorato è sempre più evidente, in tutti i Paesi dell’Ue, e anche l’Ungheria non sembra esserne esente. Però, sarebbe molto azzardato pensare che tutti coloro che hanno disertato le urne siano europeisti convinti e accesi sostenitori di una politica delle porte aperte agli immigratiContinua a leggere

Migranti: svolta australiana a Vienna?

I rifugiati continuano a essere al centro del dibattito politico in Austria, soprattutto dopo il terremoto elettorale delle presidenziali. La proposta del Ministro degli Esteri austriaco Sebastian Kurz (ÖVP) di adottare in Europa il modello australiano in materia di migranti, è arrivata come una doccia fredda sul governo del Cancelliere Christian Kern. L’armonia che aveva apparentemente contraddistinto le fasi iniziali del nuovo esecutivo hanno lasciato il posto alle solite schermaglie tra rossi e neri, tra socialdemocratici e popolari. Un déjà vu che ha stancato gli elettori austriaci. Sebastian Kurz vorrebbe che i migranti giunti illegalmente in Europa venissero tutti deportati a Lesbo, impedendo loro l’accesso all’Europa continentale, trattenendo così i rifugiati nell’enorme centro di accoglienza-prigione nel quale si trasformerebbe l’isola greca. 

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Insomma il Ministro degli Esteri Kurz auspicherebbe per l’Austria e per l’Europa una soluzione che argini l’afflusso dei migranti, in tutto simile a quella messa in atto in Australia, compresa la politica sui richiedenti asilo.

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Pagati per andarsene

Sono 2.800 i rifugiati che hanno presentato richiesta di asilo in Austria e che sono stati rimandati a casa nei primi tre mesi del 2016. L’anno scorso le richieste di asilo non andate a buon fine e i migranti espulsi dal territorio austriaco sono stati 8.365. Negli ultimi mesi, però, la politica in materia d’immigrazione è molto cambiata in Austria. Attualmente sono previste misure che favoriscono il più possibile il ritorno dei rifugiati nei loro Paesi d’origine.

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Un rimpatrio che, invece di assumere il carattere della deportazione, che tra l’altro implica costi ingenti, si trasforma in una scelta volontaria.  Continua a leggere

In Grecia è quasi crisi umanitaria, mentre l’Austria non toglie il tetto sui rifugiati

Sono oltre 8.500 i migranti bloccati al confine nord della Grecia, nel piccolo villaggio di Idomeni, in un campo profughi attrezzato per ospitare non più di 1.500 persone. L’UNHCR fa sapere che sono 20.000 i migranti rimasti intrappolati sul territorio greco, dopo che l’Austria e altri Paesi balcanici hanno intensificato i controlli alle frontiere e hanno in vari casi imposto tetti massimi sul numero di migranti in transito giornalmente.

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Il rischio è che entro la fine di marzo i migranti bloccati in Grecia possano diventare 70.000.  Continua a leggere

Ue sotto scacco, stretta tra muri e migliaia di rifugiati

Il futuro dell’Unione Europea è messo a rischio. Il grido d’allarme arriva dall’Austria. “Occorre ridurre il flusso di rifugiati immediatamente, ne va della sopravvivenza dell’Ue” dice il Ministro dell’Interno austriaco Johanna Mikl-Leitner a chiusura dell’incontro dei Paesi dei Balcani Occidentali che si è tenuto ieri a Vienna.

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In assenza di una risposta unitaria e condivisa, le nazioni lungo i Balcani sono state costrette a ridurre l’afflusso di migranti, con il pericolo che la situazione possa degenerare in una vera e propria crisi umanitaria.  Continua a leggere

Austria blindata a prova di rifugiato

L’Austria decide di mettere un tetto massimo alle richieste giornaliere di asilo: non ne saranno accettate più di 80 al giorno. Una contromisura resa necessaria dall’afflusso massiccio di migranti che preme quotidianamente ai confini meridionali.

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L’annuncio è stato dato ieri dal Ministro dell’Interno Johanna Mikl-Leitner. Inoltre il governo austriaco garantirà ogni giorno l’entrata di soli 3.200 rifugiati, che intendano presentare domanda d’asilo in altri Paesi limitrofi. Tali misure entreranno in vigore a partire da domani. In mancanza di una soluzione data dall’Unione Europea, l’Austria, fortemente sotto pressione per il numero elevatissimo di migranti accolti e transitati sul suo territorio, deve, secondo il Ministro dell’Interno, adottare una soluzione in modo autonomo, per arginare il flusso di migranti e per poter salvaguardare le proprie frontiere. E anche oggi, prima del vertice Ue di Bruxelles, il Vice Cancelliere Reinhold Mitterlehner ha dichiarato che l’Austria è stata costretta ad agire unilateralmente, inasprendo la politica nei confronti dei migranti, in mancanza di una politica “solidale” dell’Ue.  Continua a leggere

Austria: fine politica delle porte aperte per i rifugiati

La crisi dei rifugiati continua ad essere un tema molto caldo in Austria. Proprio domani, a Vienna, avrà luogo un summit tra rappresentanti del governo federale e i governatori dei nove stati federali (Land), per affrontare la spinosa questione migranti.

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Dopo la politica dell’apertura e della solidarietà, l’Austria si chiude e decide di intensificare i controlli lungo i propri confini e sul territorio.  Continua a leggere

I viticoltori della Stiria dicono no al muro anti-rifugiati

L’Austria è l’unico paese dell’area Schengen che ha iniziato a costruire una barriera al confine con la Slovenia, per arginare l’ondata di rifugiati provenienti dai Balcani.

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Questa recinzione, realizzata con una rete metallica alta 2 metri e mezzo, si snoda per circa 3,7 chilometri, dei ben 330 chilometri di confine che l’Austria condivide con la Slovenia. La costruzione di questo muro è iniziata il 7 dicembre e dovrebbe essere terminata entro la fine dell’anno.  Continua a leggere

Austria: le ferrovie hanno aiutato i rifugiati, ora mandano il conto allo Stato

L’ÖBB, le ferrovie austriache, nell’arco degli ultimi tre mesi hanno affrontato con spirito caritatevole il dramma dei rifugiati. Decine di migliaia di migranti si sono riversate in Austria da Siria, Afghanistan e Iraq. Qui hanno trovato un paese pronto ad accoglierli. E la risposta dell’ÖBB è stata perfettamente in linea con la reazione solidale data dall’Austria tutta.

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Le ferrovie, che tra l’altro hanno persino ottenuto un riconoscimento per il loro operato, hanno dato un sostegno senza pari.  Continua a leggere