Dubai e il futuro del metaverso

La Dubai Metaverse Assembly delinea opportunità e futuri scenari del metaverso, consacrando Dubai capitale mondiale dell’innovazione. La due giorni si è svolta nell’avveniristico Museo del Futuro e ha visto anche il lancio della Dubai Metaverse Strategy, un piano strategico presentato dallo Sceicco Hamdan bin Mohammed bin Rashid Al Maktoum, Principe ereditario di Dubai e Presidente del Dubai Executive Council, assieme a Omar bin Sultan Al Olama, Ministro di Stato per l’Intelligenza Artificiale degli Emirati Arabi Uniti e Presidente della Dubai Chamber of Digital Economy, che punta a creare 40mila nuovi posti di lavoro, un afflusso di 4 miliardi di dollari per l’economia dell’emirato nell’arco dei prossimi 5 anni e la creazione di un ecosistema interconnesso e regolamentato che posizionerà Dubai come centro pionieristico di tecnologie avanzate quali Intelligenza Artificiale e Web 3.0.

Chiedo a Khalfan Belhoul, Chief Executive Officer di Dubai Future Foundation, in un’intervista rilasciatami dopo la fine della prima giornata, quanto importante sia la Dubai Metaverse Assembly considerando che ha coinciso con il lancio della Dubai Metaverse Strategy: “Importante è dire poco perché è tra le più straordinarie opportunità per il futuro, dal momento che le aspettative di crescita per l’economia per il metaverso potrebbero raggiungere 5 trilioni di dollari nel 2030, considerando solo il punto di vista della crescita”. Gli scenari possibili vanno al di là dell’immaginabile, prosegue il CEO Khalfan Belhoul: “Il valore di questa tecnologia e il valore di ciò che può accadere attraverso tutti i vari settori è una convergenza tra la nostra vita fisica e il mondo virtuale. Si può immaginare tutto quello che facciamo qui nel mondo virtuale, ma la sfida è che per ora non abbiamo neppure iniziato a scalfire la superficie nella comprensione del suo funzionamento e di ciò che può essere. Ecco perché siamo onorati di aver ospitato questa iniziativa”.

Un universo ancora da esplorare nella pienezza delle sue potenzialità, per il quale c’è la necessità di creare un quadro normativo che lo regolamenti. Scopriamo di più sull’intervista che mi ha rilasciato il CEO di Dubai Future Foundation, sulla Dubai Metaverse Strategy e sulle suggestive prospettive dischiuse dalla Dubai Metaverse Assembly.  Continua a leggere

Lo show del futuro a Dubai

Il Museo del Futuro, aperto pochi mesi fa, attira turisti da tutto il mondo. Ecco cosa c’è all’interno di questa avveniristica attrazione di Dubai. La portata innovativa dello spazio museale va ben oltre l’estetica e la spettacolare bellezza architettonica della struttura. La sua originalissima forma circolare, che ricorda quella di un occhio e rappresenta l’umanità, è caratterizzata da un vuoto ellittico al proprio interno che simboleggia l’ignoto, ciò che ancora non conosciamo. La sua superficie convessa è rivestita da 1.024 pannelli di acciaio ed è ornata da elementi calligrafici in arabo che recano scritte le parole del Vice Presidente e Primo Ministro degli Emirati e sovrano di Dubai, Mohammed bin Rashid Al Maktoum, sul ruolo dell’innovazione nella creazione di un futuro migliore. Il viaggio nel futuro che attende i visitatori si basa essenzialmente sul fattore esperienziale.

Entrando in questo edificio che sembra essere quasi una porta che conduce a una dimensione spazio-temporale capace di proiettarci nel 2071, si vive un emozionante tour in un futuro possibile, sperimentabile con tutti e cinque i sensi attraverso l’ausilio delle più moderne tecnologie oggi disponibili, dalla realtà virtuale a quella aumentata, dall’intelligenza artificiale all’interazione tra uomo e macchine. Il Museo del Futuro non fornisce risposte, ma stimola a trovare soluzioni alle sfide contemporanee per plasmare un futuro migliore. Vedremo delineati scenari, troveremo quesiti, spunti di riflessione e possibili strumenti per risolvere problemi legati alla sopravvivenza del nostro pianeta e del genere umano. Tanto che il settimo piano dell’edificio ha uno spazio capace di ospitare mille persone dedicato a conferenze che richiameranno esperti, scienziati, personalità internazionali a trattare argomenti di stringente attualità e rilevanza tecnico-scientifica e un’ulteriore sezione della capienza di 345 persone in cui verranno organizzati workshop e lezioni interattive. Seguitemi e vedremo insieme alcune delle principali sorprese e attrazioni che il Museo del Futuro ha in serbo per i visitatori.  Continua a leggere

Gianna Nannini canta a Dubai

Gianna Nannini, la regina del rock italiano, si esibirà al Millennium Amphitheatre dell’Expo portando atmosfere mediterranee e la sua voce potente e graffiata. Si sente vicina al mondo arabo e a Dubai, ne è straordinariamente affascinata, sentendosi attratta da suoni e voci che per lei sono come musica. “Dubai per me rappresenta un mondo arabo che mi piace tantissimo per la musica. Penso di avere una voce molto vicina a questo mondo mediterraneo, mi ci riconosco, anche se non so l’arabo, mi sento parte di Dubai”. Di questa città multiculturale e in costante evoluzione, che ha visto vent’anni fa di passaggio da Baghdad dice che “era tutta un’altra cosa. Non c’era ancora ‘La Palma’, c’era solo la sabbia. Ora hanno costruito tutto”.

Le piace proprio questa poliedricità che la rende un melting pot unico. E del pubblico dice: “Mi piace questa internazionalità che credo sia un aspetto anche della mia musica, della mia ricerca musicale -racconta la Nannini- Tutto questo mondo della cultura musicale araba che viene dall’Iraq, da Baghdad è quello che ho sempre cercato di mettere vicino alla mia voce”. Un amore quasi deciso dal destino, quello della Nannini per il mondo arabo, che sembra essere scritto nel suo nome: “Gianna in arabo vuol dire paradiso, mi sento beata. Vorrei imparare l’arabo perché lo sento vicino alla mia vocalità. Cantare qui mi piace perché mi piace il clima, l’aria, il caldo che fa bene alla voce, secco. Ho l’asma ma qui non ce l’ho”. Eppure anche se conosce l’arabo, che pure la seduce con le sue sonorità, Gianna Nannini proporrà al pubblico dell’Expo anche una canzone araba “che ho conosciuto quando sono andata a Baghdad nel 2003. Una canzone molto popolare che si chiama Allah Ya Baba, che cantano tutti e che considero una canzone che mi appartiene. In ogni Paese in cui vado mi piace citare una canzone del luogo” spiega la Nannini. Scopriamo di più su Gianna Nannini attraverso l’intervista rilasciata al Padiglione Italia.  Continua a leggere

Roberto Bolle e la pace in Ucraina

Attraverso arte, danza e musica Roberto Bolle lancia un messaggio di pace per l’Ucraina dall’Expo di Dubai con lo spettacolo “Roberto Bolle and Friends”. La sua performance diventa non solo strumento per far conoscere la cultura italiana e la danza, ma anche un mezzo per diffondere un modello di bellezza che sa farsi impegno sociale e portatrice di istanze di fratellanza e pacifica coesistenza. Bellezza e grazia, poesia e potenza muscolare. Roberto Bolle incanta il pubblico dell’Expo 2020 Dubai portando in scena la danza nella sua essenza. Sul palco vi sono solo le luci e l’atmosfera regalata dalla musica e dalle coreografie dei ballerini. L’essenzialità dell’allestimento e il minimalismo dei costumi fanno concentrare su ciò che conta: la plasticità, l’armonia di quei corpi, la fluidità dei movimenti e l’emozione delle interpretazioni. “Roberto Bolle and Friends” è uno spettacolo di “danza pura, non c’è una scenografia, non ci sono grandi costumi, c’è solo la danza che è protagonista della serata, con tecniche e stili diversi degli artisti, ma che riesce a emozionare e arrivare al cuore delle persone -spiega Roberto Bolle- Così negli anni siamo riusciti a portarlo da New York a Shanghai, e in Italia dall’Arena di Verona a Caracalla. È un piacere poter essere qui a Dubai ed essere ancora una volta ambasciatore della cultura e dell’arte italiana, cercando di rappresentare al meglio il nostro Paese”.

Roberto Bolle sa arrivare dritto al cuore e con doti interpretative non comuni è in grado di trasmettere sensazioni che restano scolpite nell’anima. Meraviglioso e impeccabile nel repertorio del balletto classico, colpisce ancor più quando si cimenta in brani di danza contemporanea. Sono quelli i momenti di straordinaria intensità, di potente poesia, come quando Bolle si esibisce con tormento sulle note di Ezio Bosso o quando sul finale, accompagnato dal violino di Alessandro Quarta, tratteggia con la sua arte il dramma dell’uomo del XXI secolo, frastornato da smartphone, selfie, webcam, autocompiacimento e FOMO (fear of missing out), la paura di perdersi qualcosa, sebbene già da tempo abbia smarrito la propria identità, rimasta come un riflesso sbiadito in uno specchio. È un’umanità autoreferenziale e obnubilata, a caccia di like e di consensi, di follower e autoaffermazione sui social media, quella trasposta in danza da Bolle, mentre le corde del violino sembrano impazzite e sincopate toccano vette stridenti al ritmo di un mondo che accelera e sembra andare, inesorabilmente, verso l’autodistruzione. E la forza di quel monito si fa messaggio di fratellanza e unità in chiusura, quando Roberto Bolle e i ballerini che lo accompagnano arrivano sul palco mostrando cartelli con la scritta “PEACE”, pace, e la bandiera dell’Ucraina tenuta dalla ballerina Iana Salenko, di Kiev, che lì ha ancora padre e fratello, mentre il violino di Alessandro Quarta suona l’inno ucraino tra gli applausi scroscianti del pubblico. Un calore e una partecipazione sentiti di un mondo in drammatica apprensione. Scopriamo di più sullo spettacolo e sull’intervista che Roberto Bolle ha rilasciato.  Continua a leggere

Libano, studenti in piazza

In Libano gli studenti scendono in piazza. La rivolta contro l’intera classe politica giunge così alla terza settimana. Sono centinaia, universitari e ragazzi di liceo. Affollano le strade, con le loro grida e i loro cori. Chiedono a gran voce un futuro migliore e maggiori opportunità. È la volta dei giovani libanesi che non vogliono arrendersi a corruzione e nepotismo, che non intendono più assistere impotenti di fronte a sperperi di denaro pubblico sottratto alla comunità per l’arricchimento personale di pochi.

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Manifestano pacificamente, scandendo con fermezza i loro slogan: “Vai popolo mio e calpesta, calpesta con i tuoi piedi e schiaccia il governo e il parlamento”. Vogliono bloccare le istituzioni, dai ministeri al potere giudiziario, dai servizi pubblici alle società di telecomunicazioni, percepiti come inefficienti e prezzolati. Ma i blocchi messi in atto dai dimostranti non sono rivolti ai cittadini, bensì ai politici dei quali si vuole l’uscita di scena senza alcuna distinzione tra partiti di governo e opposizioni. E proprio le opposizioni vengono accusate di strumentalizzare i moti popolari a proprio vantaggio, con l’obiettivo di guadagnare maggior peso in parlamento. Gli studenti hanno invaso copiosi non solo la capitale Beirut, ma anche molte città libanesi, da Akkar e Tripoli, nel nord del Paese, alle città costiere di Jounieh e Jbeil, da villaggi montani come Sofar, a Bekaa nella parte meridionale, comprese Nabatieh e Sidone. Scopriamo altri particolari sulla protesta degli studenti libanesi e gli elementi che hanno scatenato la rivoltaContinua a leggere

Il Ministero delle possibilità

La parola impossibile non esiste, non nel vocabolario degli Emirati Arabi Uniti. Ecco perché è nato il Ministero delle Possibilità. Un dicastero virtuale che in realtà rappresenta uno sforzo collettivo di vari ministeri -tra cui quello dell’Interno, degli Affari Finanziari, della Cultura e Sviluppo della Conoscenza– per attuare le linee programmatiche della leadership emiratina. Il Ministero delle Possibilità aiuterà a realizzare gli ambiziosi obiettivi su cui si fonda la visione di ampio respiro dello Sceicco Mohammed Bin Rashid Al Maktoum, Vicepresidente e Primo Ministro degli EAU e Sovrano di Dubai.

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Il governo compie le sue scelte guidato da una capacità di visione a lungo termine, con piani che hanno un orizzonte temporale di 20-30 anni. Il dicastero del possibile sarà preposto allo sviluppo degli Emirati, imprimerà un’accelerazione al processo di digitalizzazione, trasformerà il Paese nel laboratorio della civiltà del domani. Migliorerà i servizi, risolverà i problemi anche grazie alle nuove tecnologie, renderà agili le strutture governative, disegnerà soluzioni in anticipo, rendendo possibile l’impossibile.

Dopo quello della Felicità, della Tolleranza e dell’Intelligenza Artificiale, il Ministero delle Possibilità è l’ultima espressione della strategia politica emiratina. Non vi è un ministro alla guida, bensì una squadra di ministri che fanno già parte dell’esecutivo, destinata a lavorare in modo trasversale e sinergico per il bene del Paese. Scopriamo qualche curiosità in più e quali sono alcuni dei componenti del dicastero appena nominatiContinua a leggere

Da Vienna a Dubai A/R

Lettere da Vienna si trasforma diventando Vienna-Dubai Andata e Ritorno. Un nuovo blog di Tgcom24 che spazierà dal cuore dell’Europa al contraddittorio e infuocato Medio Oriente, da una città come Vienna, ancorata alle tradizioni, vecchio stile, sonnacchiosa, a tratti provinciale, ad una metropoli multiculturale, dinamica, creativa come Dubai, in corsa accelerata verso il futuro, in perenne movimento e attività, tra rincorse di record e continui cambi di pelle. Qual è il filo che lega due città così diverse? Il blog segue e viene ridisegnato, adattandosi alla nuova dimensione dettata dai miei spostamenti. Adesso, infatti, vivo tra Vienna e Dubai.

Un cambiamento drastico, non solo dal punto di vista climatico, dalla freddissima e ventosa capitale austriaca alla calda metropoli emiratina, assolata, a tratti umida e talvolta sferzata da improvvise tempeste di sabbia. Esploreremo insieme gli Emirati Arabi Uniti, partendo da Dubai, centro propulsore e cosmopolita di tutta la regione, uno dei luoghi dove si disegnano le tendenze del futuro. Vienna-Dubai Andata e Ritorno sarà anche un punto di osservazione privilegiato da cui analizzare la complessa realtà del Medio Oriente, con i suoi conflitti e le sue molteplici contraddizioni, seguendo il suo complesso percorso verso la stabilizzazione.

Un osservatorio su tutta l’area del Golfo Persico, così determinante nello scacchiere geopolitico internazionale. Vienna-Dubai Andata e Ritorno di Tgcom24 non abbandonerà la Mitteleuropa ma, in un continuo gioco di rimandi, sarà al tempo stesso una porta spalancata sull’Asia che racconterà di politica estera, nuove tendenze, tecnologia, innovazione, cultura, curiosità, partendo da quel vivacissimo hub internazionale che è Dubai, anche in vista dell’Expo 2020. Il giorno e la notte, Vienna e Dubai, i poli opposti della realtà urbana contemporanea. Scopriamo di più su entrambe le cittàContinua a leggere