Gli Emirati attirano cervelli

Gli Emirati cambiano la legge sulla cittadinanza offrendola a talenti, investitori e professionisti stranieri che contribuiscano al progresso del Paese. Un modo efficace per attrarre cervelli che potranno stabilire radici più profonde negli Emirati e godere della doppia cittadinanza, senza dover rinunciare a quella del Paese d’origine. Possono aspirare a diventare cittadini emiratini innovatori, talenti, investitori e professionisti tra cui medici, scienziati, ingegneri, artisti, autori, creativi, assieme alle loro famiglie. Non sarà però possibile fare richiesta di cittadinanza. L’elegibilità viene stabilita direttamente dalla casa reale, da componenti dell’esecutivo federale, dai consigli esecutivi dei singoli emirati, dalle corti locali.

Il provvedimento appena approvato punta ad accogliere un’immigrazione selezionata e altamente qualificata che potrà stabilirsi con coniugi e figli al seguito. La contropartita è la partecipazione attiva alla crescita economica e allo sviluppo di una nazione che con poco meno di 10 milioni di abitanti, ha una popolazione composta quasi per il 90% da residenti stranieri, che rappresentano il vero motore dell’economia emiratina. In genere chi risiede negli Emirati ha visti rinnovabili ogni tre anni, legati al proprio impiego. Ma proprio questo tipo di politica dei visti di breve durata ha finora impedito un’immigrazione stanziale, che faccia progetti a lungo termine e sia propensa ad investire in proprietà immobiliari, sviluppando un senso di appartenenza e attaccamento al Paese. Gli emendamenti approvati dallo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum, Vice Presidente e Primo Ministro degli Emirati Arabi Uniti e sovrano di Dubai, rappresentano una vera rivoluzione e produrranno un significativo aumento della popolazione.

Coloro che daranno molto agli Emirati in termini di innovazione, expertise, ingegno, imprenditorialità, creatività, potranno considerare il Paese la propria casa. Un percorso di modernizzazione che passa anche attraverso modifiche apportate di recente al diritto di famiglia e ai diritti della persona. Vediamo insieme chi abbia i requisiti per ottenere la cittadinanza emiratina e quali cambiamenti siano stati finora apportati al modello stesso di società negli Emirati.  Continua a leggere

Affronto sovranista?

C’è tensione tra Vienna e Roma sulla questione della doppia cittadinanza agli altoatesini. Il Ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, ha sollecitato l’Ambasciatore d’Italia a Vienna, Sergio Barbanti, a chiedere chiarimenti in merito al governo austriaco. Anche il Ministro dei Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, esprime inquietudine definendolo “un atto inopportuno e ostile” che il governo italiano intende “respingere con fermezza”. A dire il vero finora si è trattato solo di indiscrezioni trapelate a mezzo stampa.

Quanto rivelato dal Tiroler Tageszeitung non è mai stato avallato ufficialmente dal governo austriaco che, invece, attraverso il suo portavoce Peter Launsky-Tieffenthal, non conferma né l’esistenza della bozza del disegno di legge per dare il doppio passaporto ai cittadini dell’Alto Adige, né il 7 settembre quale data di presentazione della stessa. Anzi, sempre l’ufficio del portavoce del governo fa sapere che i requisiti legislativi perché il provvedimento possa vedere la luce non si realizzeranno prima del 2019-2020. Anche il Ministero dell’Interno austriaco smentisce che sia stata fissata alcuna data per la presentazione del provvedimento di legge sul doppio passaporto ai sudtirolesi. Inoltre, tutti si affrettano a ribadire che nessuna iniziativa verrà intrapresa senza consultare Roma e Bolzano. Sembrerebbe una mezza marcia indietro, eppure la data del 7 settembre, riportata dal Tiroler Tageszeitung è quella del prossimo incontro fissato per proseguire la stesura della bozza. Inoltre, proprio nei giorni scorsi anche il governatore della Regione Trentino Alto Adige, Arno Kompatscher (SVP), si era espresso positivamente sui progressi finora raggiunti con l’Austria sulla questione della doppia cittadinanza agli altoatesini. Segno evidente che i contatti tra Vienna e Bolzano ci sarebbero, mentre a latitare sarebbero quelli con Roma, anche a giudicare dalle reazioni della Farnesina. Scopriamo qualche informazione in più sulla bozza del disegno di legge austriaco e sulla sua reale fattibilitàContinua a leggere

Alto Adige, doppia cittadinanza?

Doppio passaporto, sì o no? L’Alto Adige confida in Sebastian Kurz e nell’ultradestra per ottenere la doppia cittadinanza. L’imminente formazione di un governo di coalizione tra Popolari (ÖVP) e l’FPÖ di Heinz-Christian Strache, alimenta l’ottimismo dei 19 consiglieri della provincia autonoma di Bolzano che il 21 novembre scorso hanno scritto una lettera al leader del Partito Popolare austriaco con cui lo sollecitano a deliberare in tal senso. Di sicuro i colloqui per dare vita alla coalizione tra ÖVP e FPÖ non sono ancora terminati, sebbene proseguano spediti, facendo ritenere probabile la data del 20 dicembre quale eventuale scadenza dei negoziati e presentazione del nuovo esecutivo.

Però, tra i punti delicati sui quali si cercano soluzioni di compromesso perché inizi l’avventura di governo non sembra essere in agenda la doppia cittadinanza degli altoatesini. Le negoziazioni tra le delegazioni del Partito popolare e del Partito della Libertà proseguono serrate, soprattutto perché esistono ancora nodi delicati da sciogliere: dalla questione della democrazia diretta, alle possibili riforme della previdenza sociale; dal divieto del fumo, che dovrebbe entrare in vigore a partire da maggio 2018 ma è fortemente avversato da Strache, all’ambiente; dai fondi per le assicurazioni sanitarie, alla giustizia, con un inasprimento dell’attuale pacchetto di legge contro i crimini, volto soprattutto a contrastare il terrorismo. Ancora tutto da studiare, invece, l’organigramma dei ministri. Ad oggi si sa solo che il numero due dell’FPÖ, Norbert Hofer, dovrebbe vedersi affidato il dicastero delle Infrastrutture, mentre sarebbe in uscita dalla compagine di governo l’attuale Ministro delle Finanze, Hans Jörg Schelling (ÖVP). Le richieste dell’Alto Adige possono davvero trovare spazio per essere prese in considerazione? E cosa ne pensa l’Austria? Scopriamo insieme quale sia la situazioneContinua a leggere