A Dubai nasce Kosher Arabia

Kosher Arabia produrrà a Dubai cibo kosher per la compagnia aerea Emirates. L’entrata in funzione degli stabilimenti è prevista a partire da gennaio 2021. A bordo dei voli del colosso dell’aviazione emiratino è già possibile consumare pasti kosher, ma si tratta di alimenti importati da fornitori stranieri. Con la creazione di Kosher Arabia, costola della Emirates Flight Catering (EKFC), la Emirates sarà in grado non solo di ampliare la scelta dei menù, ma anche di avere più controllo sulla qualità degli alimenti e delle ricette che seguono i dettami della kasherùt.

Kosher Arabia non fornirà alimenti e pasti alla sola Emirates, ma anche ad un altro centinaio di compagnie aeree, già clienti del gruppo. E non è tutto, la Emirates Flight Catering ha intenzione di aprire anche una serie di ristoranti a Dubai e in altri Paesi del GCC. Kosher Arabia è quindi destinata a produrre non solo pasti da consumare a bordo dei voli aerei, ma anche cibo per hotel ed eventi che si svolgeranno nell’area del Golfo, compresa Expo 2020, l’avvenimento internazionale più atteso.

L’apertura del primo ristorante kosher a Dubai all’Armani Hotel, la creazione di una divisione catering dedicata alla produzione di pietanze e pasti che seguono i principi della kasherùt da parte della Emirates, sono segnali delle molteplici iniziative commerciali e accordi di cooperazione che fioriscono tra UAE e Israele. Per questo alcuni analisti tendono ad interpretare l’Abraham Accord firmato lo scorso 15 settembre come un’intesa di natura prevalentemente economica e commerciale. Eppure, al di là delle enormi opportunità di business che l’accordo siglato a Washington indubbiamente favorisce, la posizione degli Emirati Arabi Uniti trova sostanza dalla reale volontà delle autorità emiratine di dare armonia e stabilità all’intera regione mediorientale, con implicazioni che trascendono la geopolitica per investire un più ampio ambito culturale. Vediamo insieme qualche altra particolarità della nascente produzione di catering kosher e la portata degli Abraham Accord da poco siglati tra Israele, Emirati Arabi Uniti e Bahrain. 

Latkes e matzah a bordo

Sarà sempre più facile trovare a bordo dei voli Emirates latkes (pancake di patate) e matzah (pane azzimo, senza lievito). A certificare lo stabilimento che da gennaio dell’anno prossimo produrrà il cibo kosher sarà la Kashrut Division of the Orthodox Union, anche nota come OU Kosher o OUK, un’agenzia di certificazione molto prestigiosa con sede a New York, fondata nel 1923 da Abraham Goldstein. Gli stabilimenti che produrranno pietanze e pasti secondo la kasherùt saranno la CCL holdings di Ross Kriel, Presidente del Jewish Council of the Emirates (JCE) e la South African Union of Orthodox Synagogues. Secondo le previsioni la domanda di cibo kosher è destinata ad aumentare molto in tempi rapidi negli Emirati. Infatti da un lato crescerà la comunità ebraica, dall’altro vedrà un incremento anche la richiesta di alimenti sani e in linea con i principi halal da parte dei consumatori. Se la Emirates Flight Catering produrrà il cibo, la CCL holdings provvederà alla certificazione e sarà incaricata della supervisione e  creazione del menù e anche dell’approvvigionamento di generi alimentari. 

È la pace a far prosperare gli affari o gli affari a favorire la pace?

Non solo il diritto all’esistenza sancito dalle relazioni diplomatiche, una delle conseguenze di maggiore portata degli Abraham Accord è senza dubbio rappresentata dalla normalizzazione degli ebrei e dell’ebraismo all’interno della società araba e musulmana. Un modo per scardinare antisionismo e antisemitismo, estremamente diffusi. Gli Emirati Arabi Uniti stanno da tempo compiendo sforzi notevoli per favorire un dialogo interreligioso, soprattutto con la Chiesa Cattolica, come ha dimostrato la significativa visita di Papa Francesco (3-5 febbraio 2019). Tolleranza e dialogo stanno guidando le scelte della leadership emiratina da vari anni, non solo in vista dell’Expo 2020. Sono molte le iniziative portate avanti dagli Emirati per far crescere un clima di tolleranza religiosa. Un progetto su tutti, quello della Abrahamic Family House, che sorgerà sull’isola Saadyat ad Abu Dhabi. Una struttura ispirata al dialogo interreligioso che ospiterà al proprio interno una moschea, una chiesa e una sinagoga. Una costruzione dall’altissimo valore simbolico, il cui benefico effetto non può non riverberarsi anche sull’intera società. Gli Abraham Accord potranno contribuire a cancellare l’odio anti ebraico nella regione, abbattendo pregiudizi e diffidenze. Possono essere la pietra fondante di una nuova era di pace e prosperità per il Medio Oriente tutto.

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