Emirati, Marte è più vicino

Gli Emirati Arabi Uniti hanno lanciato nello spazio la sonda Al-Amal (“Speranza”) che raggiungerà l’orbita di Marte nel febbraio 2021. Un viaggio che durerà circa 200 giorni. Una data d’arrivo nient’affatto casuale, visto che coincide con il 50esimo anniversario dell’unificazione degli Emirati. La sonda percorrerà più di 493,5 milioni di chilometri, toccando velocità fino a 120.000 chilometri orari. È la prima missione interplanetaria intrapresa da un Paese arabo.

Un traguardo importantissimo, che rende sempre più raggiungibile l’ambizioso obiettivo emiratino della conquista del pianeta rosso. Il lancio è avvenuto con successo oggi, all’1:58 del mattino ora locale (4:40 del mattino ora giapponese), dalla base spaziale di Tanegashima, nel sudovest del Giappone, seguita dalla sala di controllo del centro spaziale Mohammed bin Rashid Space Center (MBRSC) di Dubai. Il lancio aveva subito due rinvii a causa del maltempo. Gli ingegneri emiratini continueranno a ricevere e analizzare i dati telemetrici dalla sonda, in modo da tenere sotto controllo batteria, alimentazione dei sottosistemi, altitudine e direzione. La comunicazione tra Al-Amal e il centro di controllo di terra avviene grazie al Deep Space Network della NASA. La missione procede secondo i piani stabiliti. Finora sono state superate alcune fasi delicate e non prive di rischi, dallo sganciamento del razzo di lancio, all’eliminazione degli schermi protettivi dalla punta del cono che, una volta caduti, hanno esposto per la prima volta la sonda allo spazio. Scopriamo di più sulla missione spaziale degli Emirati Arabi Uniti e sulla sonda Al-Amal.

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Scoprire Marte per salvaguardare la Terra

Un progetto costato oltre 203 milioni di dollari, che ha visto la stretta collaborazione tra Emirati e Giappone, e il coinvolgimento di una squadra di 450 persone, di cui più della metà emiratine. Ingegneri e scienziati che hanno lavorato 5,5 milioni di ore per costruire il primo satellite meteorologico orbitante attorno a Marte. Una volta giunta a destinazione, la sonda Al-Amal studierà l’atmosfera marziana, fornendo informazioni ed elementi preziosi per comprendere le dinamiche climatiche, aiutando così “a comprendere meglio il nostro pianeta e il suo futuro”, ha dichiarato l’Agenzia spaziale emiratina.

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La missione servirà anche a capire quali tecnologie siano più adatte a mitigare gli effetti nefasti dei cambiamenti climatici, ha dichiarato Abdullah Belhaif Al Nuaimi, Ministro dei Cambiamenti Climatici e dell’Ambiente. I dati raccolti saranno condivisi con 200 università e centri di ricerca scientifica internazionali. La sonda studierà l’atmosfera di Marte da una distanza compresa tra 20.000 e 43.000 chilometri, compiendo una rotazione attorno al pianeta che corrisponde ad un anno marziano, ossia l’equivalente di quasi 2 anni terrestri. Anche Hazza Al Mansouri, il primo astronauta degli Emirati Arabi Uniti, ha assistito al lancio assieme ai suoi figli.

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Caratteristiche tecniche della sonda

Al-Amal possiede una fotocamera multibanda, Emirates Exploration Imager (EXI), che può scattare foto con una risoluzione di 12 mega-pixel. Uno spettrometro ad infrarossi, Emirates Mars Infrared Spectrometer (EMIRS), consentirà di osservare Marte e di misurare la profondità ottica della polvere, nuvole di ghiaccio e vapore acqueo nell’atmosfera. Inoltre servirà a misurare la temperatura della superficie del pianeta e lo strato più basso dell’atmosfera. Uno spettrometro ad ultravioletti, Emirates Mars Ultraviolet Spectrometer (EMUS), permetterà di studiare gli strati più alti dell’atmosfera marziana, determinandone la distribuzione di monossido di carbonio, ossigeno e idrogeno. Non c’è GPS, quindi la sonda utilizza “inseguitori stellari” (Star Tracker) per la navigazione.

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