Coronavirus, Austria in quarantena

Il governo austriaco ha imposto drastiche misure restrittive in tutto il Paese, mentre sono oltre 1.000 i casi confermati di coronavirus. Il COVID-19 si diffonde con estrema rapidità, con un incremento dei contagiati del 18% in più ogni giorno. Tre finora i decessi. L’ultima vittima del COVID-19, spirata in Stiria, è una donna già in trattamento per varie patologie pregresse. Sei le persone guarite.

L’appello del Cancelliere Sebastian Kurz è perentorio: “State a casa!”. Tanto che il governo turchese-verde ha varato un pacchetto di misure restrittive per far fronte all’emergenza coronavirus, il Corona-Gesetzespaket, che limita fortemente la possibilità di uscire e vieta assembramenti.

È possibile lasciare la propria abitazione solo in tre casi: per motivi improrogabili di lavoro, soprattutto per quelle categorie come il personale medico e le forze dell’ordine; per andare a fare la spesa o acquistare farmaci; per assistere persone che non sono autosufficienti. Restano aperti solo: farmacie, supermercati, banche, uffici postali, benzinai, tabaccai. Ristoranti, bar e café potranno rimanere aperti solo fino alle 15:00. Il Ministro delle Finanze Gernot Blümel (ÖVP), ha deciso un ulteriore finanziamento di 2 miliardi di euro in aggiunta ai 4 miliardi già stanziati, per assicurare liquidità alle imprese e mantenere intatti i posti di lavoro. Da giovedì verrà sospeso il traffico aereo di Austrian Airlines e Laudamotion. 40.000 cittadini austriaci attualmente in viaggio in giro per il mondo sono stati invitati a rientrare in patria con urgenza. Il regime di quarantena varato per St. Anton am Arlberg e per la Valle Paznaun in Tirolo, dove sono presenti pericolosi focolai, è stato esteso anche ad Heiligenblut in Carinzia. Tutte le persone che hanno soggiornato nelle seguenti località sciistiche: Ischgl, Kappl, See, Galtür, Heiligenblut e St. Anton am Arlberg a partire dal 28 febbraio devono assolutamente mettersi in stato di auto-quarantena nella propria abitazione. Altrettanto deve fare chiunque sia venuto in contatto con esse, anche in assenza di sintomi. Vediamo insieme perché questa disposizione è così importante

Quei pericolosi focolai in zone sciistiche

È proprio l’allarmante disposizione che impone il regime di isolamento a chi abbia soggiornato nelle località sciistiche di Ischgl, Kappl, See, Galtür, Heiligenblut e St. Anton am Arlberg a partire dal 28 febbraio, e a chi sia entrato in contatto con chi vi abbia soggiornato, a far sorgere il dubbio che la posizione inizialmente attendista, tenuta sia dai singoli stati federali austriaci, sia dal governo centrale, possa essere stata la causa di un intervento restrittivo tardivo e di un così vasto e inarrestabile contagio da coronavirus.

Aver sottovalutato la presenza di focolai domestici in Tirolo e non aver fermato prima la stagione sciistica, pensando che il problema COVID-19 fosse solo italiano e che bastasse chiudere le frontiere con l’Italia, potrebbe essere all’origine dell’attuale diffusione massiccia del coronavirus in Austria. Forse in un primo tempo hanno prevalso interessi economici sulla tutela della salute delle persone. Vista l’elevata contagiosità del coronavirus, il rischio che da quei focolai in Tirolo e Carinzia il virus possa essersi propagato in altri Paesi d’Europa, e non solo, è più che un’eventualità remota.

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