Emirati, Eni, gas naturale

Un giacimento di gas naturale è stato scoperto sulla terra ferma dell’Emirato di Sharjah. A realizzare con successo la perforazione onshore l’italiana Eni. Non si faceva un ritrovamento del genere da 37 anni. Assieme al gas sono stati trovati anche condensati, idrocarburi leggeri prodotti con il gas, che condensano allo stato liquido, a temperature e pressione normali per gli impianti produttivi di superficie.

Una scoperta che ha un valore di portata storica e una vittoria per il colosso dell’energia italiano che del giacimento in questione possiede anche il 50% dei ricavi di sfruttamento, grazie ad un accordo siglato nel gennaio dell’anno scorso con la Snoc, la compagnia petrolifera nazionale dell’emirato di Sharjah. Non è ancora possibile valutare in modo esatto la portata del giacimento. Per ora il pozzo di Mahani-1 è stato testato per la produzione, erogando 1,4 milioni di metri cubi di gas al giorno con condensati associati. Secondo gli esperti il giacimento di gas naturale e condensati si rivelerà come una scoperta destinata a cambiare l’economia dell’emirato, che deve far fronte ad un incremento costante della popolazione, imprimendole una svolta verso forme di energia pulita. Scopriamo di più su questo giacimento di gas naturale e condensati scoperto da Eni a Sharjah, negli Emirati Arabi Uniti

Cosa cambierà per l’economia di Sharjah?

L’emirato di Sharjah ha bisogno di un crescente fabbisogno energetico dovuto al sensibile aumento della sua popolazione che, dagli attuali 1,4 milioni si prevede si attesti sui 2 milioni nel corso del 2020, diventando così il secondo più popoloso emirato. Sharjah ha da tempo avviato una diversificazione della propria economia, prevedendo un graduale allontanamento dalla dipendenza dagli idrocarburi. Tra gli obiettivi anche quello di diventare autosufficiente sotto il profilo energetico entro il 2021. Nell’ottica di un aumento delle scorte di gas il piccolo emirato punta a realizzare nuovi bandi per l’assegnazione di ulteriori pozzi esplorativi sul suo territorio, con l’ambizione di diventare l’hub di gas naturale per tutti gli Emirati del Nord.

Entro il 2021, le autorità di Sharjah hanno intenzione di aggiungere 1,5 gigawatt di capacità alla rete energetica nazionale, per compensare tra 700MW e 1,2GW di energia importati a livello federale. Il Presidente della Snoc, lo sceicco Sultan bin Ahmed Al Qasimi, ha dichiarato che la scoperta di questo giacimento fa sì che l’emirato di Sharjah sia in linea con la politica di approvvigionamento affidabile di gas naturale per tutti gli Emirati Arabi Uniti.

Un successo sulla terra ferma

La perforazione, realizzata con le tecniche avanzate dell’Eni, è avvenuta ad una profondità di 4.449 metri e ha incontrato una spessa colonna mineralizzata a gas e condensati nei reservoir carbonatici di età Cretacica inferiore della Thamama. La scoperta prevede la perforazione di altri pozzi di delineazione per valutare appieno il suo potenziale produttivo. 

Eni, gli Emirati, il Medio Oriente

Il colosso dell’energia italiano un anno fa ha vinto ben tre delle prime concessioni messe al bando dal governo di Sharjah per pozzi esplorativi. Le aree su cui si estendono le concessioni sono onshore, ovvero sulla terra ferma, interessando una superficie di 8.000 chilometri quadrati. Le concessioni esplorative A e C coprono rispettivamente un’area di 437 chilometri quadrati e 1.184 chilometri quadrati. La concessione B opera su una superficie di 264 chilometri quadrati.

L’italiana Eni è molto attiva nel Medio Oriente, con partnership strategiche poste in essere negli ultimi due anni, per concessioni esplorative ed estrattive negli Emirati Arabi Uniti ad Abu Dhabi e Ras Al Khaimah, in Bahrein, Oman, Libano e Iraq.

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