Dubai, città del design

Dubai è stata al centro delle tendenze mondiali del design per un’intera settimana. Il meglio dei prodotti internazionali nell’ambito dell’arredamento e della decorazione d’interni sono stati protagonisti nella più effervescente città degli Emirati Arabi Uniti. La Dubai Design Week si è confermata come uno degli appuntamenti più importanti del settore nel Medio Oriente e a livello globale. Una settimana di eventi, conferenze, mostre, workshop, happening che si sono svolti dal mattino fino a sera inoltrata, coinvolgendo l’intero D3, il distretto del design di Dubai.

Anche la Downtown Design, una sorta di fiera nella fiera, ha attratto migliaia di visitatori nei quattro giorni della sua apertura. Tanti gli stand con le ultime novità dai vari Paesi del mondo, per un viaggio ideale alla scoperta delle tendenze dell’abitare contemporaneo. Significativa la presenza italiana, con una serie di grandi marchi del design ed un ampio padiglione, Italian Interiors, organizzato dall’Italian Trade Agency di Dubai e Confartigianato. 20 i brand del “Made in Italy” ospitati.

Dagli originalissimi complementi d’arredo realizzati con materiali innovativi alle ceramiche artigianali, dai raffinati cristalli a tessuti e biancheria per la casa, dai mobili dalle linee contemporanee a cucine extra lusso realizzate su misura con i più preziosi metalli.

C’erano anche in mostra lussuosissimi tappeti fatti a mano, rubinetteria e lavabi scultura per il bagno, vetri laminati per interni ed esterni, essenze profumate. Strutture e mobili realizzati in lamiera e ferro, mosaici e marmi, porcellana simile a rivestimenti in pietra per creare elementi strutturali per interni ed esterni, mobili realizzati con materiali naturali e processi di lavorazione sostenibili, scenografiche lampade in vetro veneziano, sculture di vetro di Murano hanno completato l’ampia offerta del padiglione italiano. Scopriamo insieme alcuni degli oggetti più curiosi dell’intera Downtown Design

Dubai, l’economia, l’arredamento

Malgrado la congiuntura geopolitica non favorevole, il complessivo quadro di instabilità nella regione con la guerra in Yemen, la crisi del Qatar, il conflitto israelo-palestinese e un’economia stagnante, la Design Week 2018 è stata un’edizione di successo.

Il settore dell’edilizia, tra alti e bassi, continua ad essere trainante per l’economia degli Emirati Arabi Uniti, contribuendo con oltre 33 miliardi di dollari al PIL, ossia circa il 10%.

Gli EAU fanno la parte del leone nell’intera area mediorientale concentrando il 52% dei progetti e contratti assegnati.

Un ruolo decisivo lo gioca soprattutto Dubai, anche in prospettiva dell’Expo 2020, con oltre 6.400 progetti in corso, per un valore di 359 miliardi di dollari.

Anche il settore dell’arredamento è fiorente ed ha un valore complessivo di 2,3 miliardi di dollari.

Un valore che è destinato a raddoppiare se si considerano i prezzi di vendita al dettaglio.

Il design d’interni è un settore in continua crescita, che ha fatto registrare nel 2018 un più 2% e che nel 2019 si prevede cresca ulteriormente del 3%.

L’arredamento negli Emirati è un mercato particolarmente aperto alle importazioni ed offre alle aziende italiane ottime opportunità di business.

Ampie le prospettive che non si limitano solo all’edilizia residenziale, ma anche all’ospitalità, agli uffici e all’arredo di spazi pubblici.

Lavabi scultura da prendere a martellate

I lavabi firmati Antonio Lupi sono componenti per l’arredo bagno simili a sculture. Sono realizzati con marmi italiani pregiati e un design esclusivo.

Oggetti unici, dalle linee contemporanee che sono piccoli capolavori di creatività, artigianalità e qualità. Ve ne sono di slanciati, in marmo di Carrara, la cui struttura intrecciata rende evidente il lavoro progettuale che si cela dietro a quelle forme eleganti. Il pezzo forte, però, è Introverso di Paolo Ulian. Un cilindro  composto da dischi di marmo di Carrara e un’anima interna di forme più o meno sinuose che può essere personalizzato in un modo del tutto inatteso. L’elemento inedito sta nella personalizzazione, ovvero la forma che questo magnifico lavabo da terra assume dopo l’intervento diretto di chi lo acquista.

“Il nostro lavabo Introverso è stato eletto prodotto dell’anno del 2017 ed ha la particolarità di dover essere preso a martellate dal cliente, che può anche seguire un tutorial sul web per capire come intervenire nella personalizzazione di questo lavabo” mi spiega Fabrizio Zago, Dipartimento Export di Antonio Lupi. Insomma, la personalizzazione è data dall’intervento dell’acquirente che è chiamato a spaccare a suo piacimento, a suon di martellate, un oggetto costoso e realizzato con materiali preziosi, dando così la forma finale che preferisce al proprio lavabo.

“Ogni rottura è unica e rende Introverso un lavabo ancor più esclusivo” sottolinea Zago, che conclude “Abbiamo riscontrato molto interesse da parte dei visitatori per i nostri prodotti, anche se rispetto ad edizioni precedenti abbiamo notato una lieve flessione nella presenza degli esperti del settore, come architetti e designer”.

Bellissimi anche i lavabi in resina colorata, modernissimi e pratici, abbinati a specchi che sembrano composizioni artistiche.   

La lamiera si fa arredo

Librerie, consolle, tavoli, ma anche elementi strutturali e oggetti realizzati in ferro. Mabele, un’azienda di Torino, crea mobili e strutture in lamiera piegata, curvata e lavorata, sia per abitazioni private, sia per hotel.

Bellissime le scale, sagomate in modo personalizzato, lasciate grezze, con un aspetto che ricorda l’estetica post-industriale, oppure verniciate con colori caldi, che talvolta contengono anche finiture e riflessi dorati. “Ci siamo specializzati nel vestire lo spazio e ci definiamo i sarti del metallo. Siamo di Torino e da noi il metallo è sempre stato associato all’automotive, ma con noi è passato anche al settore del design, per interni ed esterni, trasformando il metallo in qualcosa di vivo che riesce a dare un’identità allo spazio” mi racconta l’architetto Paolo Bocca, fondatore del marchio Mabele. Le linee dei mobili dell’azienda torinese sono essenziali e rispecchiano canoni estetici minimalisti.

Chiedo a Bocca se i visitatori, soprattutto del mondo arabo, gli sono sembrati attratti da quelle forme lineari e da quei due colori considerati acromatici, come il bianco e il nero.

“Anche se l’estetica del mondo arabo ama di più forme articolate e maggiore opulenza di linee e colori, siamo stati subissati di richieste e contatti”, sfatando così il falso mito che per incontrare il gusto locale sia necessario uno stile più ridondante e barocco. “Siamo davvero soddisfatti, c’è stata molta affluenza di visitatori e i nostri prodotti hanno stimolato e incuriosito il pubblico” conclude Paolo Bocca.

Il neoprene prende forma

Di grande suggestione i cesti, i cuscini, i pouf, le borse e le collane realizzati con fili più o meno sottili di neoprene del marchio Neó.

La lavorazione è affascinante. Quei fili di gomma sintetica, un materiale industriale usato per guarnizioni di frigoriferi e mute da sub, vengono intrecciati a mano e lavorati a maglia come fossero maglioni. Ogni intreccio è diverso dall’altro e ha le tipiche irregolarità della lavorazione ai ferri. 

L’idea è venuta a Rosanna Contadini che ha iniziato creando borse, fino alla realizzazione di una vasta collezione di oggetti per la casa. Non solo nero, grigio, bianco ghiaccio, ma anche un rosso lacca brillante amplia la gamma dei colori utilizzati da Neó.

Le forme sono splendide e la lavorazione artigianale contrasta piacevolmente con la modernità high tech del materiale utilizzato.

“Il materiale è filo di neoprene, generalmente adoperato per fabbricare guarnizioni per frigoriferi o motociclette. Ho iniziato a chiedermi se potevo provare ad usare questo materiale industriale e tecnologico per lavorarlo con l’uncinetto, o con i ferri -mi dice Rosanna Contadini- Il primo oggetto che ho creato è stata una borsa. Poi è stata la volta delle ceste che, a poco a poco hanno preso il sopravvento, come tutta la collezione casa. In qualche caso mescolo anche della corda. Ultimamente ho avviato una collaborazione anche con dei cestai umbri che si servono del legno per creare i loro cesti”. Naturalmente lo spessore del filo e la sua robustezza varia a seconda del complemento d’arredo da realizzare

Forme morbide e intrecci sempre diversi rendono unici questi complementi d’arredo tutti italiani, che coniugano tradizione, manualità e innovazione.

Le piastrelle e la lava siciliana

Colorate e pregiate, per la loro lavorazione, sono le piastrelle di ceramica Made a Mano di Rosario Parrinello. Oltre a colori e disegni geometrici di grande fascino la caratteristica di queste piastrelle sta nella loro realizzazione. Per produrle, infatti, viene utilizzato anche materiale lavico dell’Etna, trasformandole così in oggetti unici e preziosi.

“L’interesse per i nostri prodotti è stato come sempre straordinario -sottolinea Luigi Salamone, Commercial Advisor e Project Developer di Made a Mano- Infatti, anche quest’anno abbiamo avuto il privilegio della visita dello sceicco Nahyan Bin Mubarak Al Nahyan di Abu Dhabi, estimatore delle nostre piastrelle”.

La porosità dell’impasto, gli accostamenti di colori di grande effetto, il rigore delle geometrie rendono uniche queste piastrelle prodotte a Caltagirone.

Un prodotto che è la perfetta sintesi dell’arte ceramica siciliana e del raffinato stile “Made in Italy”.

2 risposte a “Dubai, città del design

  1. Che senso ha parlare di “Design” in un posto come Dubai dove ci sono decapitazioni e lapidazioni nelle pubbliche piazze?
    Perchè non si attengono alle usanze arabe e lasciano perdere il “design” che è cosa troppo avanti per loro ?

    • Si vede che non ha mai visitato Dubai…..mai state decapitazioni o lapidazioni…sicuramente si starà sbagliando con qualche altro stato A dubai ci sono più stranieri che arabi….cosa sta dicendo?

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