Sudore, rap e divieti

La linea della metropolitana U6 è la più malfamata di Vienna. Nel tempo ha ispirato un pezzo rap, diventato quasi un inno, e ora ha anche il suo kit deodorante, pensato per neutralizzare gli effetti spiacevoli dell’afoso caldo estivo. La Wiener Linien, l’azienda municipalizzata dei trasporti urbani, ha infatti promosso un’iniziativa piuttosto discutibile: distribuire gratis ai passeggeri, per lo più immigrati e austriaci poco abbienti, 14.000 confezioni di deodoranti, per contrastare l’insopportabile calura estiva che sta attanagliando la città. Un provvedimento che ha il sapore discriminatorio e l’odore acre del sudore di pendolari, operai, extracomunitari.

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L’amministrazione comunale rosso-verde, con Socialdemocratici e Grünen in coalizione, lega l’iniziativa dei kit deodoranti all’annuncio di una serie di miglioramenti anche sotto il profilo della sicurezza che gradualmente verranno realizzati sulle carrozze. Si tratta per lo più di vagoni vecchi sui quali verranno installati impianti di condizionamento e film protettivi contro i raggi solari sui vetri dei finestrini, perché buona parte del percorso si snoda in superficie e attraversa quartieri etnici e disagiati della capitale austriaca, teatro di spaccio e microcriminalità, andando dall’estremità sudovest fino alla parte più a nord di Vienna. Corre da Siebenhirten, nel 23esimo distretto, il quartiere di Liesing, abitato per lo più da pensionati e immigrati balcanici, soprattutto serbi, montenegrini, bosniaci, ma anche da polacchi e turchi, a Floridsdorf, il 21esimo distretto, un quartiere difficile, povero e degradato, pieno di edifici popolari, con una presenza massiccia di immigrati di origini slave e turche. Inoltre da settembre, sempre e solo sull’U6, entrerà in vigore il divieto di consumare cibo, soprattutto quello che emana effluvi molto forti.

Forse proprio per la sua criticità la U6 ha rappresentato la fonte di ispirazione per due ragazzi di vent’anni che le hanno dedicato un pezzo rap: Giacomo, nome d’arte Dago, nato a Düsseldorf in Germania ma di origini italiane, e Philip, in arte Cozy Banks, viennese. “La U6 è la linea della metropolitana più odiata dai viennesi -mi racconta Dago- Visto che noi ci viaggiamo frequentemente abbiamo voluto fare una sorta di safari nella U6. Noi siamo gli esploratori e nel corso del nostro viaggio incontriamo molta gente strana”. Scopriamo di più sul rap dedicato alla famigerata U6, sui suoi autori e vediamo quali saranno i cibi dall’odore forte banditi a partire da settembre. Continua a leggere

Affronto sovranista?

C’è tensione tra Vienna e Roma sulla questione della doppia cittadinanza agli altoatesini. Il Ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, ha sollecitato l’Ambasciatore d’Italia a Vienna, Sergio Barbanti, a chiedere chiarimenti in merito al governo austriaco. Anche il Ministro dei Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, esprime inquietudine definendolo “un atto inopportuno e ostile” che il governo italiano intende “respingere con fermezza”. A dire il vero finora si è trattato solo di indiscrezioni trapelate a mezzo stampa.

Quanto rivelato dal Tiroler Tageszeitung non è mai stato avallato ufficialmente dal governo austriaco che, invece, attraverso il suo portavoce Peter Launsky-Tieffenthal, non conferma né l’esistenza della bozza del disegno di legge per dare il doppio passaporto ai cittadini dell’Alto Adige, né il 7 settembre quale data di presentazione della stessa. Anzi, sempre l’ufficio del portavoce del governo fa sapere che i requisiti legislativi perché il provvedimento possa vedere la luce non si realizzeranno prima del 2019-2020. Anche il Ministero dell’Interno austriaco smentisce che sia stata fissata alcuna data per la presentazione del provvedimento di legge sul doppio passaporto ai sudtirolesi. Inoltre, tutti si affrettano a ribadire che nessuna iniziativa verrà intrapresa senza consultare Roma e Bolzano. Sembrerebbe una mezza marcia indietro, eppure la data del 7 settembre, riportata dal Tiroler Tageszeitung è quella del prossimo incontro fissato per proseguire la stesura della bozza. Inoltre, proprio nei giorni scorsi anche il governatore della Regione Trentino Alto Adige, Arno Kompatscher (SVP), si era espresso positivamente sui progressi finora raggiunti con l’Austria sulla questione della doppia cittadinanza agli altoatesini. Segno evidente che i contatti tra Vienna e Bolzano ci sarebbero, mentre a latitare sarebbero quelli con Roma, anche a giudicare dalle reazioni della Farnesina. Scopriamo qualche informazione in più sulla bozza del disegno di legge austriaco e sulla sua reale fattibilitàContinua a leggere

La ragazza, l’emoji, il velo

Nella giornata internazionale dell’emoji, ecco la mia intervista alla 16enne che ha creato l’emoji con l’hijab. Si chiama Rayouf Alhumedhi e a fine 2017 è stata inserita da Time nell’elenco dei trenta teenager più influenti del pianeta. Rayouf è di origini saudite, ma vive a Vienna. Frequenta il liceo internazionale alla VIS con successo. È una ragazza intelligente, simpatica, socievole. Rayouf è musulmana e indossa il velo islamico, ovvero la sciarpa che copre testa e spalle, lasciando libero il volto.

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È lei che ha ideato e fatto in modo che quell’immagine di giovane donna con l’hijab diventasse un emoticon che tutti abbiamo notato all’interno del nostro smartphone, sia esso iPhone o Android. Qualche mese addietro oltre all’onore e alla gioia di essere diventata famosa per la sua iniziativa, il suo caso ha suscitato scalpore perché Rayouf è stata oggetto di un’incredibile ondata di odio in rete. Una pagina incresciosa dell’era dei social media, che ha visto coinvolti anche membri di spicco del mondo politico viennese. Attraverso le sue parole scopriamo di più sui suoi hater, su di lei e sul suo Paese, l’Arabia SauditaContinua a leggere

Migranti, cambio di passo

Vienna, Berlino e Roma stringono un patto e dichiarano di voler azzerare l’immigrazione illegale. I tre Ministri dell’Interno Kickl, Seehofer e Salvini in conferenza stampa congiunta annunciano di voler agire in modo concreto e puntano a dettare l’agenda dell’Unione europea, focalizzando l’attenzione sul problema dei migranti. Dopo questo vertice trilaterale si trasforma così l’asse dei volenterosi (“Achse der Willigen”) nella cooperazione degli attivi, dei fattivi, di coloro che agiscono (“Kooperation der Tätigen”). Quel riferimento all’asse evocava un periodo buio della storia mondiale ed europea e forse, facendo tesoro del suggerimento del Presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, è stato proprio il Ministro dell’Interno austriaco a cambiare nome all’accordo. Dopo la colazione a tre di Innsbruck si è passati quindi dalla volontà all’azione, almeno questa sembra essere l’intenzione. L’obiettivo è frenare le partenze dalle coste africane, diminuire gli sbarchi in Europa, controllare maggiormente i confini esterni, creare centri di rimpatrio in Paesi terzi. Solo così sarà possibile accogliere e aiutare chi ha davvero bisogno di protezione, dicono i Ministri dell’interno austriaco, tedesco e italiano.

Parla di ”Paradigmenwechsel vorantreiben” Herbert Kickl ostentando soddisfazione per un’intesa che dimostra sulla spinosa questione dei migranti una identità di vedute con i suoi omologhi tedesco e italiano. “Vogliamo mettere ordine, evitare il traffico di esseri umani, fare in modo che in futuro non sia più così facile arrivare nell’Ue e vogliamo accettare solo chi è vulnerabile, chi fugge da guerre, chi ha bisogno di essere protetto”. A chi gli fa notare che occorre però che vi sia una soluzione europea condivisa, che metta d’accordo tutti i 28 Paesi membri dell’Unione sulla politica dei richiedenti asilo, Kickl risponde che non c’è alcun motivo per essere pessimisti e che questo cambio di approccio è già un risultato impensabile fino a poco tempo fa. Ma è davvero uscito qualcosa di nuovo e sostanziale dall’incontro informale di Kickl, Seehofer e Salvini? Scopriamo insieme tutti i dettagliContinua a leggere

Il piano segreto sui rifugiati

Il piano segreto dell’Austria sui rifugiati prevede di bloccare totalmente le richieste di asilo sul territorio dell’Ue. Entrerà solo chi ha davvero bisogno di protezione e chi rispetterà valori, diritti e libertà occidentali, in barba a quanto previsto dalla Convenzione di Ginevra. Il Cancelliere Sebastian Kurz (ÖVP) vorrebbe quindi usare il semestre di presidenza europea per portare avanti la sua linea dura contro l’immigrazione illegale e regolare, condizionando in modo pesante le decisioni dell’Unione. Sembra così emergere gradualmente qualche dettaglio in più su quella rivoluzione copernicana in materia di profughi e richiedenti asilo tante volte annunciata e mai precisata dal Ministro dell’Interno Herbert Kickl (FPÖ).

Il settimanale austriaco Profil ha pubblicato questo piano dell’Austria sui migranti, che forse sarebbe dovuto rimanere segreto. Si tratta di un documento di nove pagine, destinato ai funzionari del COSI (Comitato per la Cooperazione sulla Sicurezza interna del Consiglio Europeo). Un dossier ufficioso, si difende la Cancelleria austriaca, che nel confermarne l’autenticità ne minimizza la portata, sottolineando come sarebbe ormai già in qualche modo superato dalle decisioni prese il 28 giugno scorso dal Consiglio europeo. Eppure il Vice Cancelliere Heinz-Christian Strache oggi rincara la dose e rilancia: “Non sarà possibile presentare domande di asilo non solo sul territorio dell’Unione europea, ma anche nei centri di detenzione in Africa”, perché solo così sarà possibile scoraggiare nuovi viaggi della speranza verso l’Europa. “Quello che vogliamo assolutamente evitare -ha dichiarato il leader dell’ultradestra– è un nuovo massiccio flusso migratorio”. Però è bene ribadire che i dati smentiscono non solo che vi sia questo rischio in un immediato futuro, ma anche che vi sia alcuna emergenza legata a fenomeni di immigrazione incontrollata. Scopriamo insieme le cifre esatte relative al numero di profughi e andiamo più a fondo nell’analisi del documentoContinua a leggere

Moschee chiuse? Solo parole

Sono tutte aperte le sette moschee chiuse con provvedimento d’urgenza dal governo federale austriaco. L’annuncio shock di voler combattere l’Islam politicizzato e radicalizzato operante sul suolo austriaco ha fatto sobbalzare l’Unione europea l’8 giugno scorso. Però, quelle dichiarazioni perentorie del Cancelliere Sebastian Kurz sembrano essere state smentite dai fatti. Si è trattato solo di proclami? Una mossa fatta per tenere desta l’opinione pubblica e per mobilitare l’elettorato interno, corroborando così le critiche mosse da chi vedeva dietro le parole del governo turchese-blu una strategia comunicativa mirata e poca sostanza?

Ad una ad una, qualcuna addirittura dopo appena una settimana, tutte le moschee hanno riaperto i battenti. A meno di un mese dalla conferenza stampa congiunta del Cancelliere, affiancato da un’ampia porzione dell’esecutivo composto dal Vice Cancelliere Heinz-Christian Strache, dal Ministro dell’Interno Herbert Kickl e dal Ministro per le Politiche comunitarie, Arte, Cultura e Media Gernot Blümel, l’attività di questi centri religiosi islamici è ripresa come se nulla fosse accaduto. Come è possibile? Scopriamo insieme il perchéContinua a leggere

Kurz contro Merkel?

L’immigrazione divide Austria e Germania. Angela Merkel ha serie difficoltà a mantenere in piedi la sua Große Koalition e il Cancelliere austriaco Sebastian Kurz minaccia di chiudere le frontiere se la Germania dovesse attuare il respingimento immediato al confine dei migranti. Kurz dichiara di non voler prendere posizione sul braccio di ferro tra la Cancelliera Merkel e il Ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer (CSU), che è pronto a dimettersi e forse a far cadere il governo se la CDU non cambierà linea in materia di immigrazione. Nessuna ingerenza quindi da parte dell’Austria, che però potrebbe non esitare a prendere contromisure anche drastiche nel caso in cui la Germania decidesse di respingere migranti che non siano entrati e non siano stati identificati sul suolo austriaco. I problemi interni alla Germania rischiano così di avere forti ripercussioni negli equilibri che regolano i rapporti tra i vari stati membri dell’Unione europea.

In un’intervista al tabloid tedesco Bild, Sebastian Kurz ribadisce che le regole del Trattato di Dublino sono chiare e non lasciano spazio a libere interpretazioni:  i migranti devono tornare in quei Paesi in cui sono sbarcati e sono stati registrati, in genere in Grecia e in Italia. Se mai la Germania dovesse chiudere i propri confini, per la salvaguardia austriaca il Cancelliere si vedrebbe costretto a fare altrettanto, chiudendo i propri confini. Insomma, l’Austria non si farebbe alcuno scrupolo nel sigillare la frontiera con la Germania, con tutte le conseguenze e ripercussioni sul turismo, sul commercio, sul traffico, e con tutte le eventuali difficoltà che deriverebbero nelle relazioni bilaterali tra i due Paesi. In pratica è in corso una sorta di rimpallo tra Baviera e Austria, malgrado condividano entrambe una politica restrittiva nei confronti dei rifugiati, volta ad inasprire le regole per la gestione del fenomeno migratorio in Europa. Sullo sfondo le elezioni in Baviera il prossimo ottobre, nelle quali la CSU potrebbe perdere la maggioranza assoluta, e la perenne campagna elettorale nella quale l’Austria e tutti i Paesi con governi sovranisti vivono su base permanente per mantenere alti i consensi dell’elettorato. Analizziamo la questione della chiusura dei confini austriaci e scopriamo come sarà l’impostazione data dall’Austria all’agenda europea durante il suo semestre di presidenza, iniziato il 1 luglioContinua a leggere