Gerusalemme, un invito di troppo?

L’Austria sembra schierata a favore dell’apertura dell’Ambasciata americana a Gerusalemme. Ma è davvero così? “Abbiamo risposto con un gesto di cortesia diplomatica -dichiara Karin Kneissl, Ministro degli Esteri austriaco all’indomani delle polemiche scatenate dalla presenza di Martin Weiss, Ambasciatore d’Austria ad Israele, al ricevimento che si è tenuto domenica scorsa. “Un invito -ha sottolineato la Kneissl- arrivato dal Ministro degli Esteri israeliano”, dicastero che di fatto è lo stesso Premier Benjamin Netanyahu a gestire. Così Karin Kneissl, Ministro in quota all’FPÖ, il partito di ultradestra, giustifica la presenza dell’Austria al ricevimento che ha avuto luogo 24 ore prima dell’apertura ufficiale della nuova sede dell’Ambasciata degli Stati Uniti a Gerusalemme, precisando inoltre che Vienna non è intervenuta all’inaugurazione ufficiale, che si è invece svolta il giorno successivo, ossia lunedì.

A quel ricevimento ufficioso hanno preso parte diplomatici di 34 Paesi degli 86 inizialmente invitati. Dell’Unione europea, però, hanno presenziato soltanto Austria, Ungheria, Repubblica Ceca e Romania. In pratica un’edizione leggermente ridotta del Gruppo di Visegrád. La decisione di essere presente a questo evento non ufficiale è stata presa dall’Ambasciatore austriaco ad Israele in modo autonomo anche se, per sua stessa ammissione, vi sarebbe stata una consultazione con il Ministro Kneissl nella giornata di sabato, nella quale il Ministero degli Esteri ha caldeggiato l’opportunità di parteciparvi. L’opposizione esprime il più vivo dissenso per la decisione del Ministro Kneissl e il dibattito sui media austriaci si infiamma.  Secondo alcuni esperti la decisione del Ministro degli Esteri austriaco nasconderebbe il tentativo di recuperare i rapporti con il governo Netanyahu, che finora si è dimostrato più che gelido nei confronti dei ministri dell’ultradestra. Vediamo insieme qual è in realtà la posizione dell’Austria e quali siano i problemi dell’FPÖ con il governo israeliano

Insorge l’opposizione

Piovono le critiche da parte dei Socialdemocratici che accusano l’Austria di non uniformarsi alle posizioni dell’Unione europea che, al contrario, dovrebbe avere un’unica voce, soprattutto su materie così delicate di politica internazionale. Anche i liberali NEOS non usano mezzi termini: “L’Austria non segue le direttive espresse al riguardo da Federica Mogherini, Alto Commissario Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza”.

Un gesto dall’alto valore simbolico che secondo alcuni potrebbe compromettere il difficile processo di pace nell’area. Ma è proprio l’SPÖ ad avvalorare la tesi che il Ministro Kneissl cerchi di riguadagnare punti con Israele che finora ha boicottato i ministri dell’ultradestra all’interno del governo di coalizione turchese-blu.

Il boicottaggio continua

Se con il Cancelliere Kurz i rapporti sono ottimi, Israele ha finora rifiutato di interagire con i ministri federali dell’ultradestra, anche in seguito allo scandalo delle canzoni naziste emerso nei mesi scorsi. A metà aprile, infatti, la Knesset ha discusso animatamente sulla linea da seguire con il partito guidato dal Vice Cancelliere Strache, giungendo poi alla conclusione che il boicottaggio dei ministri dell’ultradestra resti in vigore.

BMEIA / Georges Schneider

Nega in modo deciso il Ministro degli Esteri Karin Kneissl: “Non c’è stato da parte nostra alcun tentativo di riguadagnare consenso, abbiamo risposto con cortesia ad un invito -ed ha aggiunto- Non siamo andati contro alcuna legge internazionale, né contro disposizioni comunitarie, si è trattato solo di gentilezza diplomatica”. Eppure alcuni commentatori notano come l’Austria mostri un atteggiamento ambivalente in più di una circostanza, come ad esempio con la Russia, da un lato mostrandosi favorevole alle sanzioni, dall’altro auspicando una normalizzazione dei rapporti con Mosca.

Non lasceremo Tel Aviv

Sia l’Ambasciatore Martin Weiss, sia il Ministero degli Esteri federale austriaco ribadiscono che si è trattato di uno scambio di cortesia diplomatica e rassicurano sul fatto che l’Austria non ha alcuna intenzione di spostare la sede della propria rappresentanza diplomatica a Gerusalemme. “Resteremo a Tel Aviv” ha dichiarato Weiss. Inoltre l’Austria non intende disallinearsi dalle posizioni dell’Unione europea: l’annessione di Gerusalemme Est, infatti, non è mai stata riconosciuta dall’Ue. Così come saranno solo le negoziazioni diplomatiche a definire Gerusalemme come capitale di due stati: Israele e Palestina. Insomma, nulla cambia, l’Austria resta in linea con l’Unione europea.

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