I cori della confraternita nazista

Canzoni naziste con parole antisemite nel 2018. È bufera sull’ultradestra, proprio a ridosso del giorno della memoria. Gravi accuse di antisemitismo colpiscono il candidato di punta dell’FPÖ in Bassa Austria, Udo Landbauer. Nella sua confraternita, “Germania zu Wiener Neustadt”, sarebbe stato adottato un libretto con canzoni naziste. Testi pesantissimi, oltraggiosi, nei quali si dileggiano gli ebrei, si celebrano le atrocità e i crimini nazisti, si glorifica l’olocausto e la Wehrmacht.

Uno scandalo che piove come un macigno sul Partito della Libertà, dal quale è costretto a smarcarsi persino il Cancelliere. “Parole razziste, antisemite e assolutamente ripugnanti”, parole che non possono trovare spazio in Austria, così le definisce Sebastian Kurz, esprimendo via Twitter una ferma condanna e manifestando una netta presa di distanza: “chiunque voglia lavorare al nostro fianco non può usare parole antisemite e di odio contro l’umanità. Il responsabile deve essere individuato e deve risponderne”.

screen shot Twitter

Una seria violazione della Verbotsgesetz (la legge costituzionale che ha bandito il Partito Nazista in Austria e che ne proibisce la ricostituzione). Tanto che la procura di Wiener Neustadt ha aperto un’indagine per accertare se vi sia stata una violazione dei principi della Costituzione. Una brutta disavventura, che proprio non ci voleva per il neonato governo turchese-blu. Senza appello la condanna del Presidente Federale: “Tutti i membri della confraternita dovevano sapere”. Alexander Van der Bellen non crede che il candidato di punta della Bassa Austria Udo Landbauer fosse all’oscuro della glorificazione del Partito Nazista attraverso quelle canzoni. Tutte le forze politiche austriache si sono dichiarate scioccate da quei testi. L’SPÖ ha chiesto le dimissioni di Udo Landbauer. Una lettera aperta a Sebastian Kurz da parte del mondo accademico austriaco invita il Cancelliere a chiudere l’alleanza di governo con l’ultradestra. Durissima anche la reazione della IKG – Israelitische Kultusgemeinde Wien (la Comunità Ebraica di Vienna) per voce del suo Presidente Oskar Deutsch: “L’FPÖ fa assurgere membri delle confraternite libertarie in posizioni e incarichi di rilievo nelle istituzioni federali e nelle amministrazioni regionali. Se Udo Landbauer volesse prendere davvero le distanze da tutto questo dovrebbe dimettersi”.  Per ora il candidato di punta dell’FPÖ è soltanto uscito dalla confraternita della quale ha fatto parte per ben 18 anni ed ha istituito una commissione d’inchiesta per accertare le responsabilità, anche penali. Suonano però poco credibili le sue dichiarazioni secondo cui, nell’arco dei 18 anni di frequentazione della confraternita “Germania zu Wiener Neustadt”, non fosse mai venuto in contatto con quei libretti di canzoni naziste, se non con copie con pagine strappate, o con caratteri anneriti e cancellati. Vediamo insieme alcuni stralci dei testi incriminati, al centro di questo orribile scandaloContinua a leggere

Nudi scandalosi

Ancora oggi Egon Schiele, provoca scandalo, con i suoi nudi eroticissimi. A Londra, Amburgo e Colonia alcune sue opere sono state censurate e coperte perché giudicate scabrose e inadatte ad essere esposte in luoghi pubblici. I due dipinti, che raffigurano nudità palpitanti, guizzanti, corpi nodosi e contorti, pervasi di vitalità ed erotismo, fanno parte di una campagna con cui l’Ente del Turismo viennese ha voluto pubblicizzare in ambito europeo le celebrazioni del centenario della scomparsa di Egon Schiele, di cui ricorre l’anniversario proprio nel 2018. In questa occasione, a partire dal mese di febbraio, verranno organizzati mostre ed eventi. L’arte del maestro del primo espressionismo viennese ha sempre affascinato per la sua intensità e per quella sensualità cruda, potente, senza filtri che la caratterizzano. Eppure proprio nella Gran Bretagna e nella Germania di oggi, sull’opera di Schiele, uno degli artisti più rappresentativi del modernismo viennese e del 20esimo secolo, è calata implacabile la scure della censura. Sembra incredibile, ma Nudo maschile seduto (autoritratto) e Ragazza con calze arancioni, entrambi capolavori della collezione permanente del Leopold Museum, sono stati considerati troppo osé per essere esposti nella metropolitana londinese e per essere mostrati sui cartelloni pubblicitari delle strade di Amburgo e Colonia.

Wien Tourismus / Christian Lendl

Entrambi i nudi ritraggono in modo dettagliato e realistico i genitali maschili e femminili, esposti in primo piano, senza alcun pudore, senza tradire vergogna, anzi in maniera ostentata, quasi sfacciata. Immagini di una modernità sconvolgente. Forse troppo anche per la nostra società contemporanea. Quasi a dirci che nella Vienna d’inizio ‘900 vi fossero più libertà, più apertura mentale, più spregiudicatezza. All’ottusità di questi novelli “Braghettoni”, che hanno rifiutato di esporre persino versioni con i genitali pixelati, l’Ente del Turismo viennese ha risposto con indubbia prontezza e intelligenza, facendo appello all’autocensura. Un modo per trasformare un problema in un’opportunità e in una efficace trovata di marketing che alla fine si è rivelata vincente. Le nudità, infatti, sono state coperte con un riquadro bianco, su cui campeggia la scritta: “Ci dispiace, hanno 100 anni ma sono ancora troppo audaci al giorno d’oggi”. E per chi voglia ammirarli senza censure, così come Egon Schiele li ha concepiti, non resta che recarsi nella capitale austriaca. Vediamo insieme tutti i manifesti censurati e scopriamo la provocatoria ed efficacissima strategia usata dall’Ente del Turismo di Vienna, che tanta eco ha avuto sui social media e sulla stampa internazionale.  Continua a leggere

30.000 contro il governo

30.000 persone sono scese in piazza contro il governo turchese-blu. Una manifestazione così imponente a Vienna non si vedeva da anni e si è svolta senza disordini e senza incidenti. Ci si attendeva la partecipazione di 10.000 dimostranti. Al di là di ogni previsione, invece, ne sono arrivati oltre 30.000 secondo la polizia, 70.000 per gli organizzatori. Una mobilitazione antigovernativa che ha visto la partecipazione di tantissimi giovani, e che non è stata fermata neppure dalla pioggia e dal freddo. Bersaglio dei dimostranti soprattutto l’FPÖ, in particolare il Ministro dell’Interno Herbert Kickl, che del Partito della Libertà è un esponente di spicco, il cui nome campeggiava su striscioni e cartelli. Molto del risentimento dei manifestanti è la reazione alle dichiarazioni rilasciate dal Ministro dell’Interno nei giorni scorsi. Kickl ha manifestato l’intenzione di voler concentrare i richiedenti asilo tutti in un unico luogo. Dichiarazioni che hanno acceso la piazza e hanno scatenato vibrate proteste, con una forte eco tra coloro che hanno preso parte alla dimostrazione di sabato.

foto Ursula Berner

In tanti hanno sfilato mostrando cartelli con la richiesta di dimissioni del Ministro dell’Interno: Ich sag’ Kickl – Ihr sagt Rücktritt (Io dico Kickl – Tu dici dimissioni). Tante le sigle che si sono date appuntamento per le strade di Vienna e che hanno gremito Heldenplatz, come non accadeva ormai da tanto tempo: da KZ-Verband (l’Associazione degli Antifascisti austriaci), alla Jüdische HochschülerschaftJÖH (all’Unione degli Studenti Ebrei austriaci), oltre ai giovani Verdi e ai movimenti di sinistra. La paura che la storia si ripeta si respirava nell’aria sabato. Su alcuni cartelli branditi dalla folla c’è persino chi ha azzardato un parallelo tra coloro che applaudirono l’Anschluss, l’annessione dell’Austria alla Germania nazista nel 1938, e coloro che oggi tollerano il governo che vede alleati Kurz e Strache, ovvero ÖVP e FPÖ. Tutto si svolse a Heldenplatz, proprio la stessa piazza che sabato traboccava di decine di migliaia di persone. Una folla variegata e pacifica, che ha detto a chiare lettere no al fascismo e alle ideologie populiste di estrema destra. Non sono mancati anche svariati giochi di parole legati al Cancelliere Kurz. Vediamo alcuni degli striscioni con le frasi e le immagini più colorite e scopriamo quali siano le ragioni di chi è sceso in strada per protestareContinua a leggere

2018, l’anno dell’odio

Asel è la prima neonata del 2018 a Vienna. La sua mamma indossa l’hijab. Proprio il velo islamico ha scatenato sui social media un’ondata di insulti da parte di hater inferociti, coloro che in rete, celandosi dietro una tastiera, dispensano minacce, offese e commenti razzisti. Asel è stata data alla luce il primo gennaio, 47 minuti dopo la mezzanotte. Dopo appena 24 ore la sua storia è rimbalzata dai media austriaci a quelli di tutto il mondo. Anche il New York Times ha pubblicato un articolo sulla prima bambina viennese del 2018, perché la notizia della nascita della piccola Asel su Facebook si è trasformata immediatamente da momento di gioia in una delle più tristi pagine di intolleranza e odio degli ultimi tempi. Un sintomo evidente delle forti pulsioni xenofobe, sempre più radicate in Austria.

KAV / Votava

La foto che ritrae la bambina poco dopo il parto, assieme ai suoi genitori all’ospedale Rudolfstiftung, genera una marea incontenibile di odio, che spazza via la felicità legata all’arrivo di un nuovo nato e squarcia l’abisso di una società, quella austriaca, che dietro una facciata rispettabile cela razzismo, ferocia, disprezzo per il diverso. Ad essere sommerso di commenti offensivi e verbalmente violenti è soprattutto l’articolo pubblicato dal quotidiano Heute. Parole durissime, traboccanti di livore e violenza. A riportare alcuni dei commenti scritti da leoni da tastiera e odiatori del web è stato il sito Netpeace, una ONG creata nel 2017 da Greenpeace. Un movimento di pace su internet che vuole combattere l’odio in rete. Vediamo insieme alcune delle frasi degli hater e scopriamo qualche dettaglio in più sulla prima bambina viennese del 2018 e sulla sua famigliaContinua a leggere