Austria: presidenziali nella palude

La lunghissima campagna elettorale per le presidenziali in Austria è in netta fase di stanca. Lo dimostra lo spazio non eccessivo dato dai media austriaci al secondo duello televisivo sull’emittente Puls 4 tra i due candidati: Norbert Hofer e Alexander Van der Bellen. Pochi i soldi a disposizione dei candidati per finanziare una campagna sfilacciata che dura da ben 11 mesi. Scarso l’interesse dei cittadini austriaci, che si ritroveranno a votare per il nuovo Presidente Federale quasi a distanza di sette mesi dal ballottaggio del 22 maggio. Votazione a suo tempo vinta da Van der Bellen per un soffio (appena 31.000 voti), poi annullata dalla Corte Costituzionale e ulteriormente slittata al 4 dicembre per il problema delle buste dei voti postali che non chiudevano, per colpa di una colla scadente. Di rinvio in rinvio è cambiato radicalmente tutto il contesto geopolitico mondiale. La vittoria della Brexit in Gran Bretagna, il trionfo di Donald Trump alla Casa Bianca. Mutati fortemente anche gli assetti globali, che hanno visto riavvicinamenti e alleanze nuove o ritrovate, come la Turchia e la Russia, le Filippine e la Cina, e che dal 2017 potrebbero registrare eventuali ulteriori scossoni, come nei rapporti tra Iran e Stati Uniti. Sullo sfondo l’avanzata in tutta Europa di movimenti che cavalcano l’antipolitica, il protezionismo, l’isolazionismo, il nazionalismo, il rifiuto del diverso.

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I riflettori sono puntati sull’Austria, dove il 4 dicembre si disputerà finalmente il ballottaggio per decidere chi sarà il Presidente della Repubblica. Al momento in vantaggio c’è sempre Hofer, dato da tutti per favorito. Riuscirà davvero il candidato dell’FPÖ a sfruttare a proprio vantaggio l’onda lunga dell’effetto Brexit e TrumpContinua a leggere