Ungheria: no a legge anti-migranti

Il disegno di legge anti-migranti tanto caldeggiato da Viktor Orban è stato bocciato dal Parlamento ungherese. Il premier magiaro, promotore della riforma contro la ripartizione in quote dei rifugiati imposta dall’Unione europea, non è riuscito a ottenere la necessaria maggioranza qualificata, ossia i due terzi dei consensi, perché l’emendamento costituzionale passasse. Sono stati 131 i voti a favore su un totale di 199 seggi, di cui si compone il Parlamento ungherese. In pratica il 65,8% di sì, appena sotto i 2/3. Un numero tuttavia non sufficiente per una simile modifica costituzionale. I deputati di Fidesz, il partito conservatore nazional-populista di Orban, hanno votato compatti. Sono invece mancati all’appello i voti del partito di estrema destra di deriva xenofoba Jobbik, che all’ultimo hanno negato l’appoggio. È l’ennesimo scivolone che compie Viktor Orban nelle ultime settimane. Un sonoro colpo da incassare per il leader populista, che della lotta ai migranti ha fatto il suo principale cavallo di battaglia. Prima la sconfitta del 2 ottobre scorso al referendum contro la redistribuzione dei rifugiati chiesto dall’Ue, che non ha raggiunto il quorum, ottenendo solo il 43,4%, non superando il 50%.  Adesso è la volta di questa sonora bocciatura, arrivata dal suo stesso Parlamento.

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Viktor Orban esce fortemente indebolito dall’esito della votazione parlamentare. Si presenterà all’Ue con armi spuntate e soprattutto non più come un premier forte di un ampio consenso. Ma L’Ue saprà far tesoro di questa serie di debacle per ridurre a più miti consigli l’Ungheria? E l’Italia andrà al contrattacco, o resterà a guardare?  Continua a leggere