Austria: banane sicure?

L’Austria come la Repubblica delle Banane. Così alcuni quotidiani austriaci hanno tuonato all’ennesimo rinvio del ballottaggio per le presidenziali, causa colla non idonea sulle buste dei voti postali. Ma le banane che arrivano sulla tavola dei cittadini austriaci sono davvero sicure? E possiamo dirci garantiti dai meccanismi di controllo dell’Ue? La banana è un frutto che contiene antiossidanti, vitamina C, magnesio, che aiuta il rilassamento muscolare, ed è anche ricca di potassio, che contribuisce a tenere sotto controllo la pressione sanguigna, e di vitamina B6 che favorisce il sonno e il rinnovo cellulare. Un frutto ottimo da consumare nella prima colazione, un’abitudine molto cara agli austriaci. La verità, però, è che per produrre nel modo meno costoso possibile questi frutti, vengono impiegati moltissimi pesticidi. Inoltre i metodi utilizzati per irrorare le piantagioni con tali sostanze, non solo non tengono conto dell’impatto ambientale, ma neppure degli effetti nocivi che possono avere sui coltivatori e anche sul consumatore che poi acquisterà e mangerà quelle banane.

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Non solo quindi si hanno piantagioni i cui prodotti non sono realizzati in modo etico e rispettoso della salute dei coltivatori -spesso sottopagati e sprovvisti di adeguate protezioni come mascherine, guanti e simili- ma anche dell’ambiente e di ciò che poi finisce nel piatto di chi consuma quelle banane.  Continua a leggere

La guerra civile di Strache

“Una guerra civile nel medio termine non è improbabile”. Una frase dalla potenza dirompente, fortemente provocatoria, pronunciata dall’irruente leader della destra radicale Heinz-Christian Strache. Un discorso, il suo, durato mezz’ora, sullo “Stato della Nazione da un punto di vista liberale” (“Rede zur Lage der Nation aus freiheitlicher Sicht”), a Palais Epstein a Vienna, il giorno prima della festa nazionale austriaca. Strache ha lanciato strali contro l’operato del governo federale, della Große Koalition, formata da socialdemocratici e cristiano-democratici, rea a suo dire di errori gravissimi e stagnazione. “La neutralità senza la sovranità sono inconcepibili” ha tuonato Strache, ammonendo che di questo passo verranno lentamente erose entrambe, lanciando stoccate all’Unione europea. Così, nel giorno della festa nazionale austriaca, il 26 ottobre, che celebra la neutralità dell’Austria sancita dalla Costituzione nel 1955, c’è stato un lungo strascico di polemiche per le dichiarazioni e per i toni del capo carismatico dell’FPÖ.

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Parole pesanti, scagliate da Strache anche contro la Cancelliera tedesca Angela Merkel, definita “la più pericolosa donna d’Europa”, colei che a suo dire “ha aperto la via alla più massiccia migrazione di popoli da secoli”. Un’ondata senza precedenti di immigrati -ha incalzato Strache- che si sta dimostrando una vera e propria minaccia per l’Europa”.  Continua a leggere

Austria: via 8.000 rifugiati

Non passa giorno che non si parli di rifugiati sui media austriaci. Un dibattito legato anche alla lunghissima campagna elettorale delle presidenziali. Nel 2016 sono andati via dall’Austria 8.000 migranti, secondo un rapporto del Ministero dell’Interno. 4.515 hanno lasciato il territorio austriaco su base volontaria. 3.311 sono stati invece deportati, secondo le regole comunitarie stabilite dal Trattato di Dublino, che impone di farsi carico delle procedure relative alla richiesta di asilo al primo Paese dell’Unione europea nel quale il rifugiato è arrivato ed è stato registrato. Quando l’Austria ha stabilito di mettere un tetto al numero di rifugiati ammessi sul suo territorio nel 2016, si temeva un afflusso di profughi simile a quello del 2015, quando ben 90.000 rifugiati hanno presentato domanda di asilo. Invece, a fine settembre 2016, è stato raggiunto solo il 75% dei 37.500 richiedenti asilo previsti, ovvero sono state 34.657 le domande presentate finora in Austria dall’inizio dell’anno. Si presume che il tetto non venga sforato, ma se così dovesse accadere, prima della fine dell’anno, scatteranno misure di emergenza.

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Il Ministro dell’Interno Wolfgang Sbobotka (ÖVP) però precisa: “potrebbe essere una misura da applicare solo per pochi giorni, se non addirittura non necessaria”. In ogni caso una nuova legge consentirà al governo di dichiarare lo stato di emergenza sulla crisi dei migranti e respingere quasi tutte le richieste di asilo, anche quelle che arrivino da rifugiati provenienti da Paesi martoriati dalla guerra, come nel caso della SiriaContinua a leggere

Bamako Parigi solo andata

Mamadou l’ho incontrato un anno fa, in Croazia. Ero al seguito di un convoglio umanitario che portava aiuti ai rifugiati, in un campo sorto in maniera spontanea, nei pressi della stazione ferroviaria di Tovarnik, cittadina croata al confine con la Serbia. Mamadou era uno dei pochi migranti provenienti dall’Africa, in mezzo a migliaia di profughi siriani, iracheni e afghani. Mi aveva subito colpito, Mamadou, lo sguardo buono, pieno di fierezza. Si era avvicinato mentre distribuivamo vestiti e scarpe. Aveva freddo, cercava un cappotto che gli tenesse più caldo e lo proteggesse dall’umidità di una rigida notte d’inizio inverno, che minacciava pioggia da un momento all’altro.

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La sua dignità, la sua compostezza, la sua gentilezza, avevano attirato subito la mia attenzione. Per questo ho iniziato a fargli qualche domanda e poi ci siamo scambiati numero di telefono e contatto via WhatsApp. Mamadou arriva dal Mali. Ma perché fugge da Bamako? E perché ha attraversato la rotta balcanicaContinua a leggere

Imponente esercitazione antiterrorismo a Vienna

Vienna blindata, sotto attacco. Truppe scelte anti-terrorismo EKO-Cobra (Einsatzkommando Cobra) e forze paramilitari WEGA (Wiener Einsatzgruppe Alarmabteilung), irrompono, armate, in assetto d’assalto. Scendono da mezzi speciali. Indossano elmetti, hanno il volto coperto, imbracciano fucili automatici di precisione. Stanno per fare un’irruzione. È in corso un attacco terroristico, portato a segno da un commando, che si è asserragliato in un edificio. Un intervento d’emergenza, tanto che arrivano rinforzi, anche dal cielo. Gli elicotteri della Polizia perlustrano l’area. Alcuni atterrano nelle immediate vicinanze. Segue il lancio di lacrimogeni. I primi colpi vengono esplosi. Poi lo scontro a fuoco impazza. Sopraggiungono ambulanze e mezzi di soccorso. Finché non si ode lo squasso di una potente deflagrazione. Dall’edificio divampano le fiamme. Le truppe d’assalto penetrano all’interno. Il blitz è fulmineo. I terroristi vengono sopraffatti e catturati.

Thomas Cerny

Thomas Cerny

Almeno così sembra, in apparenza, ma si tratta solo di un’esercitazione, realizzata in collaborazione con il Ministero dell’Interno. La più grande mai organizzata a Vienna e la prima di questo genere: con un ampio coinvolgimento di unità speciali sul campo e testando il flusso della comunicazione e delle informazioni e la macchina decisionale in un simile scenario di emergenza.  Continua a leggere

L’Austria cancella Hitler

La casa natale di Adolf Hitler sarà demolita. L’annuncio è stato dato ieri dal Ministro dell’Interno Wolfgang Sobotka (ÖVP). L’Austria, quindi, pone una netta cesura tra sé e il nazismo, distruggendo, o meglio, apprestandosi a distruggere, uno dei simboli di questo ingombrante e scomodo passato. Per ora resta solo una dichiarazione d’intenti. Ad oggi il Parlamento non ha ancora approvato la legge federale che ratifichi tale demolizione. L’emendamento inizierà entro breve l’iter parlamentare, ma ancora ci vorrà del tempo. “La casa di Hitler sarà distrutta -ha dichiarato il Ministro Sobotka- Le sue fondamenta potranno essere conservate, ma al suo posto sorgerà un nuovo edificio”.

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Il punto nodale è comunque la fine di una lunghissima ed estenuante battaglia legale, durata anni, tra la Repubblica Federale Austriaca e Gerlinde Pommer, la proprietaria del palazzo d’angolo al numero civico 15 della Salzburger Vorstadt, a Braunau am Inn, una cittadina vicina al confine con la Germania, dove Hitler nacque nel 1889Continua a leggere

Dal ghiaccio dell’Austria a Marte

La prossima spedizione umana su Marte che, stando a quanto promette Obama, potrebbe essere realtà nel 2030, dovrà dire grazie all’Austria e alle simulazioni effettuate sul ghiacciaio del Kaunertal in Tirolo. Infatti, in questa zona delle Alpi austriache, dove c’è il Ghiacciaio Weissseeferner, a ben 2.750 metri d’altezza, scienziati e astronauti provenienti da 19 Paesi si sono trovati per dare vita ad AMADEE-15, una missione che ha simulato una vera e propria spedizione sul pianeta rosso. In questo ambiente montano, isolato, impervio, ma non irraggiungibile, esistono condizioni simili ad alcune zone della superficie marziana, dove un tempo sembra esservi stata presenza di acqua e ghiaccio.

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Il luogo ideale, quindi, per ricreare un’esercitazione, il più possibile vicina a ciò che si potrebbe incontrare arrivando davvero su Marte.

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Computer quantico, tra hacker, spie e criminalità

L’arrivo del quantum computer scuoterà le fondamenta di internet. A niente servirà la cover dell’ex talpa NSA Edward Snowden, per segnalare se lo smartphone è intercettato, perché ogni sistema sarà vulnerabile e aperto. Gli hacker di oggi sembreranno preistoria. Il futuro è il computer quantico. Una rivoluzione che cambierà tutto, creando un potente terremoto nel mondo della sicurezza e in quello dell’intelligence. La diffusione di email private, che in questi giorni influenza il risultato delle elezioni presidenziali statunitensi, sarà un episodio confinato nel giurassico dell’era di internet. Il computer quantico non conosce barriere, non incontra ostacoli, e sarà realtà forse solo nel giro di 10, massimo 15 anni. Non ci saranno password sicure, né sistemi informatici inviolabili, il quantum computer è un super computer che tutto legge e tutto decritta, senza che nulla di ciò che oggi conosciamo in termini di crittografia e sicurezza possa bloccarlo.

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Paura? C’è da averne, eccome! Specie per tutte quelle informazioni sensibili, che oggi sono segrete, ma che, con l’arrivo del computer quantico sarà possibile decodificare senza alcuna difficoltà. Uno scenario che solo a ipotizzarlo fa tremare i polsi, soprattutto in ambito governativo e d’intelligence.

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La ricetta AIEA contro il virus degli animali

A Seibersdorf, nei modernissimi laboratori del centro dell’AIEA, alle porte di Vienna, si lavora per preparare test sierologici applicabili su larga scala per sconfiggere, in tempi relativamente brevi, la Dermatite nodulare infettiva (Lumpy Skin Desease – LSD), una malattia che colpisce il mondo animale. Da vari mesi l’Europa sud-orientale ha registrato la comparsa di questo virus, che non esisteva sul nostro continente. La sua presenza in Africa è testimoniata da oltre 90 anni. La Grecia, è stato il primo Paese europeo dove la LSD ha fatto la sua comparsa, nell’agosto-settembre 2015. Sulle prime la diffusione della LSD sembrava essere sotto controllo. Nell’aprile 2016, però, questo pericoloso virus è ricomparso, non solo sul territorio greco, ma anche in Bulgaria e in Macedonia. Gradualmente il contagio si è esteso anche ad altri Paesi limitrofi come Serbia, Montenegro e Albania, rischiando così di raggiungere il cuore dell’Europa.

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La LSD non viene trasmessa all’uomo, colpisce esclusivamente il mondo animale e specificamente solo i bovini. Questa malattia danneggia pesantemente l’economia, perché compromette non solo la produzione di carne e latte, ma anche quella del pellame. Ecco perché è importante frenarne la diffusione e preparare personale specializzato, capace di diagnosticare, curare ed eradicare questo morbo.  Continua a leggere

Terminator scarica Trump

Il celebre attore Arnold Schwarzenegger ha dichiarato che non voterà per Donald Trump, candidato repubblicano alla Casa Bianca. La star di Hollywood si schiera così con coloro che nel partito, e non solo, hanno preso le distanze dal Tycoon dopo la diffusione delle frasi sessiste. La comunicazione sulle sue intenzioni di voto, Schwarzenegger, l’ha resa nota via Twitter. “Sono orgoglioso di essere Repubblicano -queste le sue parole- ma sopra ogni altra cosa sono fiero di essere americano”. Nato a Thal, in Stiria, nel sud-est dell’Austria, naturalizzato statunitense nel 1983, esponente di spicco del Partito Repubblicano ed ex Governatore della California, Schwarzenegger sul suo profilo Twitter prosegue così: “Per la prima volta da quando sono diventato cittadino statunitense nel 1983, non voterò per il candidato repubblicano alla Presidenza degli Stati Uniti”.

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Il protagonista di Terminator, che dopo due mandati come Governatore della California, ha smesso dal 2011 di dedicarsi alla politica attiva per tornare al cinema, sembra prendere nettamente le distanze da The Donald. Dimostrando di essere fortemente combattuto tra dovere di scuderia, senso di appartenenza al partito dei Repubblicani, al quale è legato dal 1968, e lo spiacevole comportamento del candidato.  Continua a leggere