Giro del mondo in Tesla

Il giro del mondo in 80 giorni nel XXI secolo si fa a bordo di auto elettriche ed è a impatto zero. Un gesto concreto, per dimostrare che con l’energia pulita si possono compiere imprese eccezionali, senza rinunciare a prestazioni e comfort. A farla da padrona, la Tesla, automobile interamente elettrica, gioiello tecnologico di nuova generazione, dal design raffinato, con plancia avveniristica e super-accessoriata, non a caso prodotta a Palo Alto in California. Si parte il 16 giugno. In gioco ci sono 26.000 km da percorrere in modo sostenibile lungo tutto il pianeta, attraversando ben 25 Paesi. Ci si sposterà dalla Spagna al Portogallo, fino al Canada, per poi correre lungo gli States fino a raggiungere la Cina, il Kazakhstan, la Russia, e ancora Est e Centro Europa, con tappa anche a Vienna, per arrivare a toccare l’Italia e terminare il 4 settembre da dove si è partiti: Barcellona. Niente a che vedere con Jules Verne e il suo viaggio di fine XIX secolo, tra piroscafi, treni, dorsi di elefanti e slitte. Altrettanto lontana, anche solo dall’immaginario, la traversata in mongolfiera del film del 1956. Questo in auto elettrica è un primo passo verso un futuro ecologico, come i mezzi di trasporto utilizzati.

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Parteciperà a questa avventura eco-sostenibile un team italiano d’eccezione: alla guida il barone Federico Bianchi, co-pilota il fotografo Gianluca Baronchelli, addetta alla comunicazione Carolina Bianchi e una magnifica Tesla S P90D, acquistata apposta per l’occasione. 

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Ecologia e amore per l’ambiente

Tutto il progetto è nato da un’idea di Rafael de Mestre, catalano, appassionato di mezzi di trasporto elettrici ed ecologia. Un’avventura che ha il sapore delle sfide impossibili, ma con il preciso scopo di sensibilizzare l’umanità su tematiche ambientali, come la riduzione del monossido di carbonio, tra i principali responsabili dell’inquinamento del nostro pianeta.

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“Siamo in un’era nella quale dobbiamo cambiare stile di vita, dobbiamo pensare al futuro, specialmente dei nostri figli -racconta Federico Bianchi, 67 anni, pilota del Team Italia – Quindi vogliamo dimostrare che oggi, anche con macchine elettriche, è possibile fare il giro del mondo”. Ciò che anima organizzatore e partecipanti è la volontà di lanciare un segnale a livello globale, per spingere tutti, a partire dai singoli, a fare di più per preservare l’ambiente nel quale viviamo. Saranno tanti gli eventi organizzati durante l’intero, lunghissimo viaggio, per attirare e coinvolgere l’opinione pubblica. Il 31 agosto il giro farà tappa a Venezia, proprio in occasione dell’inaugurazione della 73esima Mostra del Cinema.

Chi partecipa al giro?

Al giro del mondo in 80 giorni partecipano 12 team, con 12 macchine elettriche: 11 Tesla e una Denza, brand nato da una collaborazione tra Cina e Germania, ma si tratta di un’automobile di realizzazione interamente cinese. “Noi siamo gli unici italiani -dice Bianchi- Ci sono poi un team austriaco, due svizzeri, tre tedeschi, uno della California, uno cinese, uno spagnolo, un ungherese e uno della Repubblica Ceca”. Squadre che provengono da 10 Paesi diversi, per un totale di 25 persone, con un’età media di 44 anni.

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“Io ho 23 anni e sono la più giovane -dice Carolina Bianchi del Team Italia- Siamo solo due donne, oltre a me l’altra donna della spedizione fa parte del team austriaco. Nel team spagnolo c’è un ragazzo che ha solo qualche mese più di me”. La presenza femminile non è molto alta, ma la speranza è che tanto la nostra Carolina, quanto la donna del team austriaco, si facciano valere.

C’è anche un team cinese 

A bordo dell’unica Denza, vettura elettrica sino-tedesca, ci sarà il Team China. In veste di pilota l’imprenditore cinese Andrew Yi Zong, entusiasta delle nuove tecnologie, di veicoli elettrici ed energie alternative. Un imprenditore seriale, Zong, CEO di Phnix Eco-solutions, che ha avviato grazie a un nuovo sistema di partecipazioni che coinvolge anche gli impiegati, il Fission Startup Method, a dar vita a joint venture imprenditoriali e nuove start up. 10 le spin-off company create negli ultimi 10 anni da Zong, che è il più importante produttore di pompe di calore del mondo. Il suo obiettivo: non solo dimostrare di essere un paladino dell’ecologia e della salvaguardia del pianeta, ma dare concretamente impulso perché le legittime aspirazioni cinesi per migliori condizioni di vita e per un sistema di business sostenibile possano vedere una rapida attuazione.

Tutte le tappe del giro

Emozioni, panorama mozzafiato, tragitti estremi. Queste le città che saranno toccate dal 16 giugno al 4 settembre. Barcellona, Madrid, Salamanca, Lisbona, Halifax, San Francisco, Hollywood, Los Angeles, Guangzhou, Wuhan, Xian, Urumqui, Almati, Astana, Chelyabinsk, Ufa, Mosca, Kiev, Lviv, Bucharest, Transfagarasan, Budapest, Vienna, Praga, Monaco, Böblingen, Lussemburgo, Parigi, Monaco, Zurigo, Lucerna, Verona, Mestre, Venezia, Andorra, Marnosa per poi fare ritorno nuovamente a Barcellona. Nel loro giro non avranno supporti o sostegno da parte di nessuno, solo i team e i loro veicoli elettrici.

Tante le difficoltà lungo la strada

Il giro sarà però irto di imprevisti e difficoltà, come per esempio ricaricare le vetture. “L’autonomia dipende dalle automobili. Noi abbiamo una Tesla, che ha una capienza molto grande, andando a 120 km/h riusciamo a percorrere 130 km -mi racconta Bianchi- Mentre andando a 90 km/h di media si riescono a percorrere 500 km. Il problema sono i vari attacchi per poter ricaricare le vetture”. Infatti ogni team dovrà portare con sé almeno 25 adattatori di corrente, perché ogni Paese ha il suo attacco, e questo rappresenta un vero ostacolo, anche se non insormontabile. Si prevedono problemi soprattutto in Cina e negli Stati Uniti, Paese dove vi sono attacchi monofase e non trifase, come invece in Europa. Inoltre non si troveranno colonnine in tutte le zone attraversate, quindi in alcuni casi sarà forse anche necessario usare la corrente elettrica di alcuni alberghi. Ecco perché non è mai stato così vero il vecchio detto: chi va piano va sano e va lontano. “Non faremo delle corse sfrenate -dice Bianchi sorridendo- Andremo piano, anche perché più piano andremo, più lontano potremo spingerci”.

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Non solo oceani, ma deserto e sterrati insidiosi

“Penso che nella parte iniziale da Barcellona fino a Lisbona e poi il Canada e gli Stati Uniti non dovrebbero esserci problemi -racconta sicura Carolina- La parte asiatica, il sud della Cina, il Deserto del Gobi, sono le tappe alle quali bisogna essere preparati psicologicamente”. Nelle aree desertiche dell’Asia le temperature saranno di 55 gradi all’ombra. Niente aria condizionata, se non al minimo. Ecco perché queste tappe rappresenteranno una vera sfida, fatta in condizioni estreme, che avranno impatto non solo sui piloti dei vari team, ma anche sulle automobili, sottoposte a sollecitazioni notevoli. “Mi preoccupa anche il Kazakhstan perché non c’è asfalto, non c’è niente e quindi rappresenta un’incognita” dice Carolina. Per compensare le emissioni di gas serra prodotte dalla spedizione nelle due traversate oceaniche a bordo di aerei cargo, saranno piantati molti alberi lungo tutto il tragitto.

Sempre connessi via social media

A partire dal 16 giugno sarà possibile seguire quotidianamente online il giro del mondo in 80 giorni e le avventure del Team Italia. “Abbiamo i nostri canali social che sono Facebook, Instagram e Twitter -sottolinea Carolina- Poi abbiamo anche il sito internet, attraverso il quale ci si può iscrivere per avere direttamente notizie e comunicati stampa”. Aggiornamenti costanti: l’idea è postare molte foto ogni giorno, anche se la frequenza di pubblicazione dipenderà da quanto impegnative saranno le tappe della marcia.

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Festa di addio a Vienna, pre-partenza a Grado

Prima una festa di addio che ha visto il coinvolgimento dell’Ambasciata d’Italia a Vienna, con l’Ambasciatore Giorgio Marrapodi che ha presentato e battezzato l’impresa.

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Poi il 10 giugno l’avventura del Team Italia si è aperta a Grado, città natale di Federico Bianchi, dov’è stato piantato il primo albero per iniziare a compensare tutto ciò che non è green nell’avventura del Team Italia. L’attesa, però, è per giovedì a Barcellona, con il via ufficiale della lunga traversata.

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6 risposte a “Giro del mondo in Tesla

  1. E l’energia usata per ricaricare questi giocattoli di lusso da dove viene? Dai banchi phaser dell’Enterprise? O dalle centrali a carbone senza filtri cinesi, dalle centrali a petrolio del Khazakstan, dalle reti elettriche lunghe e complesse dei paesi attraversati, con tutte le loro perdite ? Ma fatemi il piacere, se non arriva un balzo scientifico di base con diversi sistemi di generazione e stoccaggio dell’energia l’auto elettrica sarà sempre e solo una curiosità con applicazioni limitate.

  2. bellp. bellissimo, voglio sperare che questa invenzione della macchina elettrica abbia un futuro e che anche il modo per ricaricarla abbia una svolta.

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