Stefano Benni: un bolognese a Vienna

Un bolognese a Vienna, città algida e fané, nel cuore della Mitteleuropa. Un bolognese d’eccezione, Stefano Benni, che arriva nella capitale austriaca e porta con sé il buonumore, il sole mediterraneo, l’energia travolgente della quale sono intrisi molti dei suoi romanzi. Scrittore e poeta, ma anche umorista, sceneggiatore e giornalista, Benni, ha incontrato con grande generosità i suoi lettori, nella libreria Hartliebs Bücher di Porzellangasse prima, e poi all’Istituto Italiano di Cultura. Incontri durati a lungo con il suo pubblico, accorso numeroso, per parlare dei suoi romanzi, delle sue poesie, ma anche di letteratura e scrittura in generale.

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Nella sua intensissima due-giorni viennese, ecco il frutto della nostra piacevole chiacchierata. 

Ironia mordace e realismo quasi magico

Stefano Benni è capace di mescolare sapientemente sagace ironia, caustica satira sociale e un realismo che a tratti sa tingersi quasi di magia, trasformando così ogni suo libro in un vero e proprio bestseller. Come spesso accade ai grandi, che ad un certo punto decidono di riscrivere un romanzo scritto da altri, ma che hanno molto amato, chiedo a Benni se sia mai stato tentato da questa idea.

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Mila– Se dovesse riscrivere un romanzo, scritto da altri e che le è piaciuto, quale sceglierebbe? E come lo riscriverebbe, cambiando cosa?

Stefano Benni– “Non mi permetterei mai di cambiare il libro di un altro, specialmente uno più bravo di me. Però quando ero bambino e non ancora scribacchino, riscrissi il finale di Moby Dick facendo diventare amici Achab e la balena“.

E improvvisamente è come se l’eterna sfida tra il bene e il male, tra Achab e la balena, trovasse finalmente un equilibrio, una possibile soluzione. È come se d’un colpo la furia autodistruttiva di Achab e la sua idea fissa di vendicarsi del capodoglio bianco si ricomponesse, scomparendo. La balena che rappresenta in qualche modo anche un’idea di assoluto alla quale l’uomo anela e che insegue incessantemente, senza riuscire però mai a raggiungerla, diventa per il Benni bambino qualcosa a portata di mano, afferrabile.

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La Luisona come un Klimt

M– I viennesi sono molto amanti dei dolci. Come spiegherebbe loro la Luisona?

S.B– “La Luisona non  si spiega, si ammira. Come un Klimt“.

Per gli austriaci, mangiatori di Sacher Torte e Topfenstrudel, non ci può essere alcuna speranza di poter capire l’umorismo tutto italiano e la sottile ironia sottesa all’idea stessa della Luisona, che tra l’altro compie 40 anni. Austriaci arrendetevi, la Luisona potete solo guardarla, come un capolavoro assoluto, come un’opera d’arte ineguagliabile, senza però comprenderne mai appieno il suo profondo significato, il suo sublime senso filosofico, la sua innata poesia. È un altro mondo, non è per voi, fatevene una ragione. Anche perché mangiarla avrebbe effetti letali.

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Benni, Vienna e l’Austria

M– Come mai ha deciso di promuovere i suoi romanzi a Vienna e in Austria? C’è qualcosa che la lega a questi luoghi?

S.B– “Mi hanno invitato… È merito di Silvia Chiarini, la libraia di Hartliebs”.

Merito della libreria Hartliebs di Porzellangasse quello di aver fatto arrivare a Vienna Stefano Benni, ma è stato lui stesso a creare intimità ed empatia con il pubblico, che ha gremito entrambi gli appuntamenti.

M– Lei ha scritto molti romanzi, racconti, poesie e a volte si è anche accostato al cinema. Se avesse modo di scrivere e dirigere un film a che storia penserebbe?

S.B– “Ci sono già dieci libri miei che potrebbero essere film, ma nessuno li vuol fare o darmi i soldi per farli”.

In effetti alcuni dei suoi libri sono per così dire filmici, portano in nuce una struttura narrativa che si presta a una trasposizione cinematografica. Ma per fare cinema occorrono non solo idee, o belle storie, ma anche soldi. E questa è tutta un’altra musica.

M– Ha trovato qualcosa che l’ha colpita nell’interazione con il pubblico viennese durante questo tour di presentazione della sua opera?

S.B– “Era un pubblico italo-austriaco. Mi ha stupito che erano veramente in tanti!”

In tanti infatti si sono presentati con copie di suoi romanzi. Moltissimi gli hanno chiesto dedica e autografo. A decine hanno acquistato copie dei suoi ultimi romanzi, o di storiche raccolte di poesie, o racconti. Un tributo che si concede solo ai grandi scrittori.

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2 risposte a “Stefano Benni: un bolognese a Vienna

  1. È stato un evento eccezionale. Lui, i suoi libri, l’empatia che ha saputo creare tutti noi. La libreria piena, strapiena. Benni come un amico che ti racconta la sua vita. Grande, davvero. Respekt. Per lui, per le sue scelte di non mischiarsi alle luci della ribalta italiana. Grazie Stefano Benni. Ed un Grazie di ❤️ a Silvia per averlo invitato alla Hartliebs Bücherei di Vienna.

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