L’Austria costruirà nuove barriere, anche ai confini con l’Italia

L’Austria cambia bruscamente atteggiamento nei confronti dei rifugiati e si prepara a costruire nuove barriere anche lungo il confine con l’Italia.

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Dopo la recinzione eretta in Stiria, nella zona di Spielfeld, lungo il confine meridionale con la Slovenia, il governo austriaco ha manifestato l’intenzione di voler proteggere le proprie frontiere in Carinzia, a Rosenbach, e anche in Tirolo, al confine con l’Italia, nella zona del Brennero e di Tarvisio. Le barriere potrebbero essere costruite nelle prossime settimane. Una decisione che stride con l’atteggiamento di estrema apertura che aveva caratterizzato l’Austria solo pochi mesi fa. Il governo, però, è costretto a fare i conti con le risorse da stanziare che iniziano a incidere pesantemente sul bilancio, e con una parte dell’opinione pubblica che non vede di buon occhio l’ingente numero di rifugiati che si sono riversati nel Paese.

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I dati sono allarmanti per un Paese relativamente piccolo come l’Austria, che ha appena 8,6 milioni di abitanti: nel 2015 sono stati 90.000 i richiedenti asilo, il triplo rispetto alle domande registrate nel 2014, che si erano attestate a 28.000. Anche la costruzione di barriere, però, oltre ad essere una misura impopolare, non è neppure indolore. La recinzione di rete metallica eretta al confine con la Slovenia, alta due metri e mezzo e lunga 3,7 chilometri, secondo i dati diffusi dal Ministro dell’Interno, la cristianodemocratica Johanna Mikl-Leitner, è costata ai contribuenti austriaci 80.000 euro a chilometro, per un totale di 293.289 euro.

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Rappresentano ulteriori costi anche l’uso massiccio di mezzi e uomini per pattugliare i valichi. Inoltre non bisogna dimenticare i viticoltori della Stiria, che a suo tempo si erano opposti all’erezione della recinzione metallica, che non hanno ancora ricevuto alcun indennizzo né per le barriere che attraversano le loro proprietà, né per le perdite subite a causa della recinzione.

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Attualmente nella cittadina austriaca di Spielfeld, al confine con la Slovenia, giungono ogni giorno circa 1.000 migranti. Dall’inizio di questa settimana l’Austria effettua controlli capillari su ciascun rifugiato e sui suoi effetti personali. Ogni migrante viene inoltre registrato. L’intensificazione dei controlli alla frontiera provoca lunghe attese e lo stazionamento di centinaia di migranti su base quotidiana lungo il confine meridionale. Per presidiare meglio i valichi di frontiera oltre alla polizia è stato coinvolto anche l’esercito. Il timore delle autorità austriache, però, è che pattugliando alcuni valichi nella parte sud del Paese, i migranti possano spostarsi, alla ricerca di nuovi percorsi che consentano loro di entrare in Austria. I rifugiati potrebbero penetrare attraverso il Tirolo e la Carinzia, ecco il perché di nuove recinzioni a protezione del versante con l’Italia. Il governatore della Carinzia, il socialdemocratico Peter Kaiser, si è detto in favore di maggiori controlli lungo i confini e ha dichiarato di vedere con favore l’intervento di militari come rinforzo.

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Anche il Ministro della Difesa, il socialdemocratico Hans Peter Doskozil, ha detto che l’esercito è anche pronto a presidiare il confine con l’Ungheria, zona attraverso la quale l’estate scorsa molti dei migranti entravano in Austria.

 

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