Austria: la squadra pre-crimine stile Minority Report è una realtà

L’Austria ha approvato una legge che istituisce un nucleo speciale di polizia volto a svolgere azione preventiva di contrasto in caso di gravi minacce e attentati alla Costituzione.

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Quasi una squadra simile alla Pre-crimine di Minority Report, che ha il compito di scovare i criminali prima che abbiano modo di portare a segno i loro piani. Un organismo di polizia che nasce con il dichiarato obiettivo di combattere il terrorismo, i suoi adepti e fiancheggiatori. 

L’approvazione della legge sulla Protezione dello Stato (Staatsschutzgesetz), è stata possibile grazie ai voti dei socialdemocratici dell’SPÖ e dei cristiano-democratici dell’ÖVP, i partiti dell’attuale coalizione di governo, che non avevano bisogno dei due terzi dei voti del Parlamento. Contro, si sono schierate tutte le opposizioni, ciascun partito con motivazioni diverse. Opposizioni alle quali non rimane che dare battaglia interpellando la Corte Suprema che decide in caso di violazioni della Costituzione.

Nei giorni scorsi si sono susseguite estenuanti trattative per cercare un terreno comune e individuare modifiche che non snaturassero completamente l’impianto della legge.

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A questa sorta di servizi segreti interni sarà demandato il controllo di tutti quei gruppi, o singoli individui che rappresentino una vera e seria minaccia per la Costituzione e lo Stato austriaco, o che ne offendano i suoi simboli. In pratica un provvedimento che istituisce una squadra antiterrorismo che si uniforma a organismi presenti tanto in Europa, quando oltreoceano, ma che non esistevano ancora in Austria.

“Uno degli scopi è quello di prevenire i crimini, quindi è chiaro che queste misure debbano essere prese prima che un crimine sia commesso -dice Karl-Heinz Grundböck, portavoce del Ministero dell’Interno- Si tratta di una legge simile a quella sulla Sicurezza introdotta nel 1993. Sia per la Legge sulla Sicurezza (Sicherheitspolizeigesetz), sia per quella sulla Protezione dello Stato i controlli non sono autorizzati da un giudice, ma da un ufficiale indipendente che riporta al Parlamento”.

Grundböck rilancia: “Questa nuova legge dovrebbe definire il perimetro entro il quale la protezione dello Stato debba agire, e costruire specifiche basi legali entro le quali operino le autorità responsabili”.

I dati raccolti e immagazzinati a fronte di queste indagini disposte da un ufficiale indipendente, potranno essere consegnati anche a Paesi terzi, che ne dovessero fare esplicita richiesta. Proprio questo è uno dei punti controversi. Gli oppositori alla Legge di Protezione dello Stato, si chiedono che fine facciano i dati raccolti dalle indagini di questa speciale forza di polizia. E soprattutto vedono come estremamente rischiosa l’eventuale libera circolazione dei dati anche all’estero. Su questo tema le posizioni dei detrattori sono inconciliabili. Contro non sono solo i Neos, i Verdi, FPÖ di Strache e il Team Stronach di estrema destra, ma anche l’Ordine degli Avvocati Austriaci, l’Ordine dei giornalisti austriaci, varie ONG e molte altre organizzazioni. A loro dire tutto questo violerebbe i principi stessi della Costituzione, trasformando di fatto chiunque, anche semplici attivisti, in potenziali sorvegliati speciali, con il rischio più che reale, di essere spiati e controllati alla stessa stregua di un pericoloso criminale.

“Questa legge ridisegna completamente l’architettura della polizia e della sua attività, prima che vi sia un crimine accertato” afferma Rupert Wolff Pres. dell’Ordine degli Avvocati Austriaci.

“Quando c’è un sospetto che si commetta un crimine si fanno accertamenti, che prevedono la messa in osservazione, il pedinamento, le intercettazioni ambientali e telefoniche, l’accesso ai dati telefonici e internet, anche di terzi” spiega Rupert Wolff.

Altro grande rischio per l’Ordine degli Avvocati è “la possibilità di procedere a tali controlli senza avere bisogno dell’autorizzazione di un giudice -rilancia Wolff- Certamente è necessario esercitare controlli per evitare atti terroristici, ma deve sempre essere necessaria un’autorizzazione scritta e motivata di un giudice, quanto meno in uno Stato di diritto moderno e sviluppato che si rispetti”.

A rischio, secondo i detrattori, è anche il diritto alla segretezza professionale, fondamentale per varie categorie, tra cui avvocati, medici, giornalisti.

“Ogni volta che si verifica un attentato terroristico si vede chiaramente che i politici seguono sempre lo stesso schema: varare leggi che sono volte a limitare la libertà dei cittadini e i loro diritti fondamentali, senza analizzare gli effetti, i costi e i reali benefici” sottolinea Thomas Lohninger dell’ONG AKVorrat, che vigila sui diritti digitali dei cittadini austriaci, e che per questo sta lavorando a un decalogo che definisca il perimetro entro il quale disegnare nuove leggi sulla sorveglianza.

“Gli attacchi di Parigi hanno impresso a questa legge una improvvisa accelerazione. In qualche modo stiamo facendo il gioco dei terroristi, restringendo e limitando drasticamente le nostre libertà, rinunciando a porzioni di diritti e democrazia. Quello che ci sembra sia in atto è un terrore del terrore, la paura determina i provvedimenti” puntualizza con enfasi Thomas Lohninger. “Questi nuovi servizi segreti interni saranno un’organizzazione incontrollabile -sottolinea Lohninger- che potrà muoversi liberamente all’interno dei vari Stati austriaci per raccogliere dati medici, finanziari, qualsiasi informazione immagazzinata da banche dati governative o private, su potenziali criminali, ma anche su tutto il loro circolo sociale, fino a tre gradi di conoscenza, conservando questi dati per sei anni”.

Altro elemento che rappresenta uno dei punti più controversi è il rischio che esistano spie, a libro paga del Ministero dell’Interno che spieranno i cittadini a tutti i livelli. “Ma non è questo l’obiettivo della legge sulla Protezione dello Stato -spiega Grundböck- e questa legge non renderà possibile tutto ciò”.

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