Austria: le ferrovie hanno aiutato i rifugiati, ora mandano il conto allo Stato

L’ÖBB, le ferrovie austriache, nell’arco degli ultimi tre mesi hanno affrontato con spirito caritatevole il dramma dei rifugiati. Decine di migliaia di migranti si sono riversate in Austria da Siria, Afghanistan e Iraq. Qui hanno trovato un paese pronto ad accoglierli. E la risposta dell’ÖBB è stata perfettamente in linea con la reazione solidale data dall’Austria tutta.

Westbahnhof apertura

Le ferrovie, che tra l’altro hanno persino ottenuto un riconoscimento per il loro operato, hanno dato un sostegno senza pari. 

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Sono rimaste impresse nella memoria di tutti le immagini del binario 1 della Westbahnhof adibito a luogo di accoglienza e riparo per migliaia di rifugiati bisognosi di tutto.

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Eppure ora l’ÖBB sembra che abbia mandato il conto allo Stato Federale. Secondo la stampa austriaca, le ferrovie avrebbero chiesto un rimborso al Ministero Federale dei Trasporti (BMVIT).

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I costi sostenuti per i disagi causati agli utenti, soprattutto quelli di Vienna e Salisburgo; per l’organizzazione di treni speciali da e per l’Ungheria, e verso Germania e Scandinavia; per la pulizia dei convogli; per la sistemazione offerta nelle proprie strutture (alla Westbahnhof esiste un dormitorio per 500 persone, ma sono stati messi a disposizione anche locali alla stazione centrale Hauptbahnhof), sono finora costati alle ferrovie 15 milioni di euro. Sembra che almeno un rimborso di 5 milioni sia già stato inviato al Ministero Federale dei Trasporti. Insomma, alla fine il contribuente austriaco, che già paga tra le tasse più alte dell’Unione europea, si troverà a rifondere in parte, se non del tutto, il bel gesto solidale che l’ÖBB ha riservato ai rifugiati. Tanto sarà lo Stato e quindi di fatto il contribuente a farsene carico.

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Una richiesta che stride con l’immagine che l’azienda e il suo CEO Christian Kern hanno dato di sé, distinguendosi per la nobiltà delle risposte date all’emergenza rifugiati. Tanto da aver vinto lo scorso Settembre anche un premio per motivi umanitari. 

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Al momento non è stato raggiunto alcun accordo tra ÖBB e Ministero Federale. Se pensiamo, però, che solo in Italia possano avvenire simili storie, sentiamoci sollevati. Anche la solidale Austria sembra vivere una sorta di dicotomia, divisa al suo interno tra generosità e stringenti necessità imprenditoriali. Ma è davvero questa la maniera giusta per risolvere una crisi senza precedenti, per dare una risposta a questa immensa migrazione, la più grande che l’Europa abbia mai fronteggiato dalla seconda guerra mondiale a oggi? Consoliamoci noi italiani e non sentiamoci soli, simili episodi dove alla fine a pagare è sempre “pantalone”, si verificano anche al di là delle Alpi.

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